Qualche settimana fa, proprio su queste pagine, si è parlato del gruppo in terracotta Orfeo e le Sirene, rientrato in Italia dagli Usa dopo essere stato trafugato da un sito tarantino negli anni Settanta. L’opera è esposta fino al 15 ottobre al Museo dell’arte salvata interno al Museo nazionale romano per tornare poi al Museo archeologico di Taranto. Entrando al Museo, il visitatore praticamente assiste all’episodio raccontato da Apollonio Rodio ovvero quello dell’incontro di Orfeo con le due pericolose Sirene, e di come l’argonauta sia riuscito ad avere la meglio grazie alla musica della sua cetra. Questa storia si articola e sviluppa nella sala sottolineata dall’illuminazione del gruppo studiata da Francesco Murano, illuminotecnico molto apprezzato, sempre impegnato nell’arte. Proprio Francesco Murano dice: “Le sculture sono opere d’arte percepite nello spazio e l’illuminazione deve enfatizzarne la profondità e modellarne i contorni, affinché esse appaiano in tutta la loro plasticità. Luci e ombre servono a mettere in risalto le superfici e il materiale”.

Le regole di una buona illuminazione teatrale prescrivono in genere per le statue tre puntamenti di luci: luce chiave, di riempimento e controluce. La prima, laterale, è quella che focalizza l’angolazione preferita e sottolinea la visione principale. La luce di riempimento, solitamente più tenue, lavora sulla profondità e ha la funzione anche di addolcire le ombre create dalla luce chiave. Infine, il controluce stacca l’opera dal fondo e di solito ha la fonte nel retro, ma per Orfeo e le Sirene che sono posizionati al centro dello spazio, proviene da più direzioni e favorisce l’interazione tra l’opera e lo spettatore che gira intorno. Continua poi Murano: “Le peculiarità dell’Orfeo e le Sirene e la particolarità del suo allestimento hanno portato a forzare le regole, quasi a moltiplicare posizione delle singole sorgenti luminose, sono stati necessari più di dieci sagomatori, concentrati in tre gruppi, e ancorati a circa otto metri di altezza, al fine di esaltare tutte le superfici e i materiali scultorei diversi punto a punto, senza però perdere di vista la coralità da conferire alla scena per preservarne la teatralità.

Fondamentale è stato perciò illuminare le opere insieme all’architetto Maurizio di Puolo, autore di un bellissimo allestimento, che ha posto Orfeo di fronte alle Sirene, in un atteggiamento colloquiale e teatrale ben diverso da quello precedente, puramente espositivo”. Le prossime esposizioni che accoglieranno i progetti illuminotecnici di Francesco Murano sono: Van Gogh. I capolavori del Kröller-Müller Museum che si terrà a Palazzo Bonaparte a Roma, dal prossimo 8 ottobre fino al 26 marzo 2023; Escher al Museo degli Innocenti di Firenze, dal 20 ottobre al 26 marzo 2023; Disney. L’arte di raccontare storie senza tempo al Palazzo Ducale, Genova, dal 14 ottobre al 2 aprile 2023; Hieronymus Bosch e l’Europa meridionale al Palazzo Reale di Milano, dal 9 novembre al 12 marzo 2023.

Aggiornato il 06 ottobre 2022 alle ore 15:54