Himiko (figlia del Sole) è considerata la prima imperatrice del Giappone. La sua biografia è lacunosa per scarsità di documentazione certa. Sappiamo che forse era anche chiamata Jingū. Il suo nome non è incluso nella lista dei 125 imperatori del Giappone. Si narra che sia stata una sciamana nubile che viveva in totale isolamento in un monastero da dove aveva rapporti con l’esterno tramite uno schiavo. Regna per cinquantanove anni, dal 189 al 248 d.C., su Yamatai, un luogo di cui non si ha una collocazione certa. Il Sanguo zhi (Sangokushi in giapponese, Storia dei tre regni) è un testo di storia ufficiale cinese compilato nel III secolo d.C. che narra di uno stato chiamato Yamatai governato dalla regina Himiko che comandava una trentina di piccoli Stati. La sua localizzazione non è certa. Alcune descrizioni su pietra raccontano che si trovava verso il Pacifico.

Altre teorie hanno considerato Himiko regnante di Kyushu, altre di Honshu. Lei ordina la costruzione del tempio di Ise dedicato alla dea Amaterasu-ō-mi-kami (天照大御神 lett. “Grande dea che splende nei cieli”). Amaterasu è considerata la capostipite della dinastia imperiale. L’importanza di questo luogo di culto è altissima ed è gestito da sacerdotesse componenti della famiglia imperiale ancora oggi.

Con il nome di Jongū è imperatrice dal 209 al 269. Diventa reggente alla morte del marito l’imperatore Chuai fino al passaggio al figlio Ojin. Secondo il Nihongi, la cronaca ufficiale del Giappone in trenta volumi, organizza e comanda un esercito alla conquista della terra promessa che alcuni storici individuano nella Corea. Nasconde la sua gravidanza. Si veste da uomo e vince il conflitto tornando in Giappone dopo tre anni. Dal 238 al 243 Himiko regina di Wa, stato vassallo della dinastia Han, invia propri ambasciatori in Cina per farsi riconoscere dall’imperatore Wei. Il manoscritto Weizhi (Cronaca di Wei, regno della Cina settentrionale, 220-265 d.C.) redatto intorno al 297 d.C., narra che le genti Wa (nome dell’antico Giappone) dell’arcipelago giapponese nel terzo sec. d.C. possedevano una gerarchia sociale forse con “capi-sciamani” di sesso femminile. La regione era nel caos a causa di continui conflitti e le mire territoriali di Wa creavano scompiglio.

Nella leggenda, Himiko, assieme ai tre potenti ministri Ikima, Amaso e Mimashi, tenta di riprendersi il Giappone inviando dalle tenebre migliaia di soldati che sono contrastati dal Jeeg Robot d’Acciaio reso famoso da una vasta pubblicistica di fumetti, film e cartoni animati. Anche la serie cinematografica “Tomb raider” ha ricavato molti spunti dalla storia di questa figura femminile straordinaria e affascinante.

La regina Himiko è una leggenda importante per il popolo giapponese. È a pieno titolo definita una Kami, cioè uno spirito-divinità della religione shintoista. Questa divinità testimonia che la struttura sociale del Giappone delle origini era una struttura matriarcale poi eliminata con il sopraggiungere del buddismo che pone le donne in secondo piano. Si presume che il luogo di governo della regina fosse quello dove oggi sorge la città di Nara, in cui è presente la statua di Budda più grande del mondo. La sua qualità di Kami le consentiva di praticare riti sciamanici. Alla sua morte le viene dedicato un tumulo funerario con un ricchissimo corredo. Non è stato ancora trovata la tomba con i suoi immensi tesori che ogni tanto sembra apparire in zone diverse. Si narra che assieme alla regina fossero stati seppelliti cento servitori e cento ancelle.

Nonostante l’incertezza delle fonti e delle testimonianze, il Giappone crede fermamente nella sua esistenza e nella discendenza imperiale direttamente dal sole.

Himiko è il sole che illumina la civiltà del Giappone eterno!

(*) Nella foto, Jingū durante la campagna militare in Corea (Tsukioka Yoshitoshi)

Aggiornato il 29 dicembre 2022 alle ore 12:13