Visioni. “Call My Agent – Italia”, una convincente seconda stagione

La seconda stagione di Call My Agent – Italia si conferma un efficace resoconto del mondo dello spettacolo. Il remake del francese Dix pour cent riesce persino ad allontanarsi dall’originale raccontando, in modo credibile, il lavoro degli agenti di attrici, registi, sceneggiatrici e cantanti. Come nella prima stagione, la storia si divide in sei divertenti episodi da un’ora ciascuno, in cui sono messe in scena le vicende quotidiane di un’agenzia, la Cma (dalle iniziali del fondatore, Claudio Maiorana). La serie tivù è visibile dal 22 marzo su Sky e in streaming su Now. Al centro del racconto figurano storie d’amore inattese, celebrità capricciose, imprevisti e nuove dive ma, soprattutto, un insospettabile capo che ha acquisito le quote di maggioranza dal precedente proprietario. Frattanto, si attende con impazienza l’anteprima del film d’esordio di due registi esordienti rappresentati dall’agenzia. L’opera prima, che si prospetta come uno strepitoso successo, riserva non poche sorprese. I protagonisti principali sono sempre gli agenti e le loro vite personali, inevitabilmente intrecciate alle loro vicende professionali. Lo spettatore ritrova: la veterana Elvira (la tenera e volitiva Marzia Ubaldi, alla sua ultima apparizione), il borioso Vittorio (un eccezionale Michele Di Mauro), la pignola Lea (la fascinosa Sara Drago) e l’amorevole Gabriele (il gentile Maurizio Lastrico). Al loro fianco lavorano gli assistenti: Camilla (una raggiante Paola Buratto), la premurosa collaboratrice di Lea; Monica (una romantica Sara Lazzaro), la collaboratrice nevrotica di Vittorio; Pierpaolo (un esagitato Francesco Russo), il collaboratore sopra le righe di Gabriele. La bellissima receptionist Sofia (la monocorde Paola Gioia Kaze) ora pensa decisamente a diventare un’attrice. Al gruppo si aggiunge un nuovo distonico elemento: il presuntuoso Evaristo Loi (un acerbo Pietro De Nova). Un ragazzo che ha studiato negli Stati Uniti e persegue un modello inarrivabile: la Silicon Valley. Insieme ai dipendenti della Cma, nel corso degli episodi, vediamo sfilare alcune stelle del cinema italiano.

Nella seconda stagione ecco le due Valerie, le amiche (anche nella realtà) Valeria Golino e Valeria Bruni Tedeschi alle prese con la produzione di un nuovo film dal copione artificioso; la cantante Elodie è inseguita da un ammiratore ossessivo; Gabriele Muccino si produce nell’autoironica parodia di sé stesso; Dario Argento è protagonista di un divertente cameo sul set di un horror; Claudio Santamaria è deciso a diventare un vero duro per interpretare un film di Christopher Nolan; Serena Rossi e Davide Devenuto litigano durante le interviste di lancio del nuovo lungometraggio (“mai lasciare una coppia da sola durante un’intervista di coppia!”); Gianmarco Tognazzi è sovrappeso dopo aver intrepretato un personaggio tratto dalla rilettura cinematografica dei Malavoglia verghiani. Tornano anche Emanuela Fanelli, che veste i panni della mitomane filmaker Luana Pericoli, e Corrado Guzzanti, che fa il verso a Essere John Malkovich di Spike Jonze. Infine, arriva Sabrina Impacciatore. Reduce dal successo della seconda stagione della serie statunitense The White Lotus, in Call My Agent – Italia offre una delle prove migliori della sua carriera. È protagonista dell’episodio girato nel corso Mostra del cinema di Venezia, dove appare anche il direttore artistico del festival Alberto Barbera. L’attrice, chiamata come madrina della kermesse cinematografica, deve tenere il discorso inaugurale. Ma, stordita dal fuso orario, parla in italiano e in inglese, come se fosse scissa in una doppia vita. L’interprete si prende in giro rivelandosi spumeggiante e insieme svampita, autoironica e tenera, commovente e determinata. Sabrina Impacciatore è una vera rivelazione. Come la raffinata serie tivù Sky Original firmata da Lisa Nur Sultan (con la collaborazione di Federico Baccomo e Dario D’Amato), che raggiunge alte vette di scrittura mettendo in scena la meta-narrazione del pirotecnico dietro le quinte dello spettacolo italiano. La struttura narrativa è solida, i dialoghi sono puntuali e alcune battute addirittura memorabili. Una su tutte: “Il film giustifica i mezzi”. Uno dei modi di dire dell’agenzia assurto ad autentico tormentone. L’unico rimpianto è che, purtroppo, Marzia Ubaldi non ci sarà nella terza stagione, già confermata, di Call My Agent – Italia. Una grande perdita.

(*) Foto Sky

Aggiornato il 13 aprile 2024 alle ore 10:54