Un debito pubblico da record

Da anni l’Italia convive con i numeri, a volte impietosi altre volte da guardare (o da leggere) con ottimismo. E il caso del debito pubblico, e del rapporto fra quest’ultimo e il prodotto interno lordo (ben oltre il 120%, mentre nel 2005 si attestava al 105%). Interessi da capogiro che l’anno scorso hanno “pesato” per 86 miliardi di euro.

Debito record

Secondo quanto emerso dal supplemento al Bollettino statistico Finanza pubblica della Banca d’Italia, il debito pubblico del Belpaese a novembre 2012 ha raggiunto il suo record assoluto, 2.020,7 miliardi di euro, in crescita di 6 miliardi rispetto al mese di ottobre 2012. L’incremento, secondo i dati in possesso a Palazzo Koch, «è dovuto essenzialmente al fabbisogno (al netto delle dismissioni), pari a 4,4 miliardi di euro e agli effetti accrescitivi sul debito degli scarti di emissione e dell’andamento del cambio (pari a 0,7 miliardi)». Vale la pena di ricordare che a dicembre del 2011, quando venne emanata dal governo Monti mediante decreto-legge la manovra fiscale anticrisi, il debito pubblico stazionava a quota 1.906,768 miliardi di euro.

L’incremento in un anno

«Nei primi undici mesi dell’anno - è scritto ancora nel rapporto della Banca d’Italia - l’incremento del debito (113,9 miliardi) riflette il fabbisogno complessivo delle amministrazioni pubbliche (73 miliardi), l’aumento delle attività del Tesoro presso la Banca d’Italia e degli impieghi della liquidità (34,9 miliardi) e l’emissione di titoli sotto la pari (6,4 miliardi); l’apprezzamento dell’euro ha ridotto il debito di 0,3 miliardi. Alla crescita del debito nei primi 11 mesi del 2012 ha contribuito per quasi 23 miliardi il sostegno dei paesi dell’area dell’euro in difficoltà, comprendente la quota di competenza dell’Italia dei prestiti erogati dall’European Financial Stability Facility e il versamento effettuato in ottobre delle prime due tranches per la sottoscrizione del capitale dell’European Stability Mechanism».

Fisco ed entrate

«A novembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato - rileva la Banca d’Italia nel supplemento al Bollettino statistico Finanza Pubblica - sono state pari a 31,4 miliardi, in aumento del 3,3% (1,4 miliardi) rispetto a quelle dello stesso mese del 2011 (30 miliardi). È quanto rileva la Banca d’Italia nel Supplemento al Bollettino statistico Finanza Pubblica. Nei primi undici mesi le entrate sono ammontate a 340,7 miliardi, in aumento del 3,1% (10,2 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2011 (330,6 miliardi)». Si tratta, comunque, di stime inferiori rispetto a quelle diffuse la settimana scorsa dal Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia.

Previsioni ottimistiche

Al netto dei conti e dei numeri, quello appena iniziato dovrebbe essere un anno che gradatamente consentirà di raggiungere un’inversione di tendenza rispetto alla crescita senza freni che ha avuto il debito pubblico negli ultimi anni. Sempre secondo l’analisi stilata da Palazzo Koch, infatti, «a dicembre 2013, il rilevante avanzo osservato per il settore statale e il forte decumulo della liquidità del Tesoro dovrebbero aver riportato il debito ampiamente al di sotto della soglia dei 2.000 miliardi».

Pessimismo d’impresa

Secondo l’ultima indagine della Banca dell’Italia sulle aspettative delle aziende, a fine 2012 la quota di imprese che ha segnalato un miglioramento congiunturale si è quasi dimezzata (al 3,8%) rispetto a settembre, mentre è arrivata al 57,5% (dal 50,6) l’incidenza di quelle che hanno riportato un peggioramento. Cresce anche la percentuale di imprese che prevedono come insufficiente la posizione di liquidità (28,6% dal 24,8% di settembre). La quota di imprese che attribuisce probabilità nulla al verificarsi di un miglioramento della situazione economica generale nei prossimi tre mesi, rileva ancora la Banca d’Italia, è aumentata al 59,8% (dal 52,3%); tale aumento è stato inferiore per le aziende maggiormente orientate all’esportazione. I giudizi sull’andamento della domanda per i propri prodotti negli ultimi tre mesi sono diventati leggermente più sfavorevoli: il saldo negativo tra le risposte di aumento e diminuzione è ora pari a 30,2 punti percentuali, da 27,6 dell’inchiesta di settembre; un minor pessimismo caratterizza le attese sul trimestre in corso (-17,2 punti percentuali). La percentuale di operatori che ritiene peggiorate le condizioni per investire nell’ultimo trimestre del 2012 è aumentata al 43,9%, dal 37,5 di settembre; ne è derivato un peggioramento del saldo tra giudizi positivi e negativi, a -37,0 punti percentuali (da -31,6 in settembre). È in aumento la quota di aziende che segnala condizioni di accesso al credito peggiorate nel quarto trimestre del 2012 (30,5%, contro 26,1 nell’inchiesta di settembre), mentre per quanto riguarda l’occupazione il 61,9% delle aziende ritiene che il numero di addetti rimarrà invariato nei prossimi tre mesi. Si è ulteriormente ampliato il saldo negativo tra attese di aumento e diminuzione dell’occupazione (a -23,3 punti percentuali, da -18,2 in settembre); il divario risulta particolarmente pronunciato per le imprese di grandi dimensioni (-35,5 punti percentuali).

L’allarme dei consumatori

Secondo Elio Lannutti, presidente Adusbef, e Rosario Trefiletti, presidente Federconsumatori, «l’incremento del debito ha prodotto per i cittadini italiani un aumento del carico pro- capite, ossia una “tassa occulta” che bisognerà ripagare, pari a 1.910 euro in 11 mesi, al ritmo di 173,6 euro mensile sulla pelle di ogni residente, neonati compresi; il debito pro-capite generato è di 33.904 euro». Quanto ai Governi che hanno preceduto Monti, l’ultimo governo Prodi, dall’aprile 2006 all’aprile 2008, ricordano poi, «ha generato un aumento del debito di 92,587 miliardi, da 1.576,688 a 1.669,275 miliardi, pari a 3,857 miliardi di aumento medio mensile, con un aumento del carico pro capite pari a 1.554 euro e di 28.008 euro ad abitante. Mentre l’ultimo governo Berlusconi, durato in carica dal maggio 2008 all’ottobre 2011, ha generato un aumento del debito di 261,665 miliardi, da 1.654,737 a 1916,402 miliardi, pari a 6,230 miliardi aumento medio mensile a 4.390 euro e un debito pro-capite di 32.154 euro ad abitante».

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:24