Lockdown, il Centro Einaudi traccia la strada

Ogni giorno di lockdown ci costa 1 miliardo per effetti diretti, più di 4 se si considerano i costi indiretti. Altre misure avrebbero un costo nettamente inferiore.

Uno studio del Centro Einaudi di Torino, pubblicato da Nuovo Mondo Economico, prova a fare chiarezza, partendo dai numeri, sugli effetti di un nuovo fermo delle attività produttive e indica strade diverse da percorrere. Il primo lockdown nazionale, durato 53 giorni – secondo i calcoli del Centro Einaudi – ha ridotto i fatturati di 53 miliardi, cifra in gran parte risarcita dal Governo, ma le ripercussioni sui fornitori, la riduzione delle spese per altri servizi, l’impatto dell’incertezza e delle paure sui consumi e l’effetto tempo generano un effetto moltiplicatore che il Centro Einaudi considera pari a 4,2 per ogni giorno di lockdown. In due anni si perderebbero quindi 224 miliardi di redditi, con conseguenze sociali, anche di tipo sanitario. Per esempio, durante le recessioni le famiglie riducono l’impegno nelle cure e insorgono nuove patologie. Esistono, secondo il Centro Einaudi, misure alternative. La prima riguarda le persone “fragili”, quelle più esposte al rischio contagio.

“Secondo i nostri calcoli – spiega Giuseppe Russo, l’economista che dirige il Centro Einaudi – permettere a queste persone di restare a casa in malattia costerebbe una cifra sostenibile. Su 18 milioni di lavoratori dipendenti, 1,7 potrebbero essere ‘fragili’, 1,3 milioni con occupazioni non compatibili con il ‘lavoro agile’ e da proteggere. Indennizzare un giorno di assenza dal lavoro costerebbe 124 milioni di euro. A questi si dovrebbero aggiungere, qualora volessimo estendere il beneficio ai lavoratori indipendenti fragili, altri 28 milioni. Parte dei lavoratori fragili in temporanea inattività andrebbe però sostituita da lavoratori temporanei, e questo avrebbe una ricaduta positiva sui consumi di 76 miliardi, sul Pil di 89 e una ricaduta positiva fiscale sul bilancio dello Stato di circa 31”.

Un secondo intervento possibile punta a decongestionare i servizi di trasporto pubblico utilizzando gli oltre 20mila autobus turistici (con autisti in cig) oggi fermi. Con 12 milioni al giorno si potrebbero garantire 120mila ore di offerta aggiuntiva al trasporto pubblico locale, con un aumento della capacità di trasporto nelle ore di punta di circa 6 milioni di persone distanziate. Il terzo intervento riguarda gli ultra cinquantenni che dovrebbero salire sui mezzi pubblici soltanto con le mascherine chirurgiche e Fp2. La quarta misura permetterebbe di isolare i positivi asintomatici e poco sintomatici, per curarli fuori delle proprie case evitando contagi in famiglia. Almeno il 10 per cento dei 2,2 milioni di posti letto degli alberghi potrebbe essere messa a disposizione dell’autorità sanitaria (i positivi totali sono 276.000) per isolare i positivi. Il budget per questa operazione potrebbe essere inizialmente importante, intorno ai 20 milioni al giorno, ma si ridurrebbe mano a mano che l’epidemia andasse sotto controllo. Il costo complessivo del pacchetto di misure preventive, prima di arrivare a un lockdown, è valutato dal Centro Einaudi in circa 95 milioni, “un quarantottesimo del costo di un giorno di lockdown stretto, come quello che l’Italia ha già sperimentato, vincendo una battaglia sanitaria, ma non la guerra”.

Aggiornato il 31 ottobre 2020 alle ore 12:15