2021 e oltre

martedì 23 febbraio 2021


La pandemia rappresenta una rara ma stretta finestra di opportunità per riflettere, reimmaginare e resettare il nostro mondo” (Klaus Schwab, fondatore e presidente del World economic forum).

Le tendenze in atto tendono a rimanere in atto fino a raggiungere un punto critico. Il mondo sta diventando sempre meno libero e questa è la tendenza. Affermiamo quindi, con un certo grado di certezza, che questi anni Venti da poco iniziati non saranno affatto come quelli “ruggenti” del secolo scorso, segnati da grande dinamismo economico e sociale. Probabilmente i “venti” del nostro secolo saranno ricordati come il decennio della catastrofe occidentale: un periodo caratterizzato dal collasso delle economie accompagnato da quello delle democrazie e dell’ascesa di un nuovo totalitarismo.

Guardando il mondo da una prospettiva a volo d’uccello, si scopre infatti che, oggi, considerare Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Unione europea. Nuova Zelanda e Australia come entità politiche ed economiche separate, non ha più senso. Insieme rappresentano “Il blocco occidentale” che, seguendo uno stesso percorso ideologico, politico e sociale, ha imposto alla popolazione una sorprendente perdita di libertà, praticamente da un giorno all’altro. I governi hanno assunto i poteri di uno Stato di polizia instaurando un insieme aggressivo e tirannico di politiche, che in meno di un anno ha causato danni economici irreparabili. Questa azione non ha mai riguardato veramente il Coronavirus chiamato Covid-19. Era solo un pretesto. Una pandemia con tasso di mortalità dello 0,028 pc non poteva giustificare la messa in quarantena del pianeta come fosse la peste nera e essere usata per spazzare via la libertà e i diritti umani compresa la libertà di parola.

Nel 1968 la pandemia mondiale iniziata a Hong Kong non impedì il Festival mondiale di Woodstock. Mai nella storia si sono avuti lockdown di intere popolazioni. La verità è che questo virus è stato un tentativo di forzare l’agenda del cambiamento climatico chiudendo l’economia sotto la minaccia di un virus che non è peggio di una brutta influenza. Diffondere paura e panico è stata la strategia principale per convincere le popolazioni ad accettare l’imposizione di cambiamenti monumentali nelle loro vite, terrorizzandole per assicurarsi il raggiungimento dell’obiettivo di distruggere posti di lavoro per ridisegnare l’economia mondiale secondo la folle visione del mondo a emissioni zero. I blocchi, l’imbavagliamento con le maschere, così come i vaccini, hanno lo scopo di promuovere una serie di obiettivi, la maggior parte dei quali ha poco a che fare con la salute pubblica.

I politici sanno che il modello progressista che ha conquistato il mondo, basato su programmi sociali creati con perpetuo indebitamento senza mai intenzione di ripagarlo, è alla fine. Tale modello ha distrutto i mercati obbligazionari, l’intero sistema del credito, l’occupazione e quindi le fondamenta stesse dell’economia di mercato in base alle quali le persone producevano, accumulavano risparmi, li prestavano a rendimento favorendo così la crescita economica. La stragrande maggioranza della ricchezza delle nazioni è stata dirottata dalla classe media a quella al vertice della piramide del potere e alla classe dei tecnocrati che serve gli interessi di quella al vertice. La struttura civile su cui è stato costruito l’Occidente è dunque stata fatta a pezzi davanti ai nostri occhi. Ora, per prevenire rivolte contro il sistema politico che sta crollando e mantenere il potere a ogni costo, i governi stanno utilizzando il Coronavirus, le sue varianti e le prossime pandemie, per acquisire più sorveglianza e poteri di polizia al fine di imporre un’agenda totalitaria mirata a demolire ogni autodeterminazione nazionale e instaurare un regime di “sovranità sovranazionale”. Ovvero l’agognata governance globale. Invece della legge marziale che avrebbe ispirato dissenso, i governi continueranno a imporre tirannie sanitarie in nome del “salvataggio di vite umane” per mantenere l’apparenza di operare ad un alto livello morale e ottenere l’assenso di gran parte della cittadinanza ancora completamente ignara del colpo di Stato globale in atto.

Questo colpo di Stato è stato concepito da tre gruppi di attori: il Forum economico mondiale (World economic forum, Wef), la conferenza annuale elitaria a Davos in Svizzera che riunisce plutocrati e un vasto assortimento di celebrità mondiali per dibattere i problemi globali; le Nazioni unite e la filantropia oligarchica il cui maggior rappresentante è Bill Gates, finanziatore del Wef. Il loro obiettivo è di accelerare il crollo dell’economia globale al fine di resettarla per ricostruirla meglio (Build back better) e creare il Nuovo ordine mondiale verde, un programma per decarbonizzare l’economia, porre fine all’uso di petrolio e gas naturale, passare a veicoli elettrici, all’energia solare, eolica e geotermica per ridurre le emissioni di Co2. L’ispiratore di questo disegno denominato Great Reset è il fondatore e presidente del Wef, Klaus Schwab, un accademico che lo ha lanciato sotto le spoglie di una “Quarta rivoluzione industriale” in virtù della quale, detto in estrema sintesi, le economie verrebbero “ristrutturate”, le imprese non conformi ai nuovi parametri ecologici eliminate e l'esercito di disoccupati risultante, indennizzato con un reddito di base universale, liberato da ogni debito e col privilegio di affittare ogni bene in cambio della rinuncia ai diritti di proprietà. In definitiva, con il pretesto dello “sviluppo sostenibile” e del “salvataggio il pianeta”, l’obiettivo di Klaus Schwab è un comunismo di nuova confezione.

Ciò che impressiona non è tanto la follia di questa agenda marxista quanto il pieno consenso e appoggio che si è guadagnata nella comunità politica internazionale tanto da permettere al suo ideatore di avere libero accesso alla Casa Bianca. E a ragione. È stato infatti Klaus Schwab, a ispirare lo sforzo internazionale della sinistra politica per rovesciare Donald Trump e far eleggere il burattino Joe Biden con l’elezione più corrotta della storia americana. L’ex presidente americano era visto come un pericoloso ostacolo alla realizzazione della nuova agenda socialista verde avendo respinto l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici che è anche la piattaforma per perseguire il nuovo ordine mondiale, ossia la resa della sovranità delle singole nazioni alle Nazioni Unite per la realizzazione della governance globale. Pertanto, la prima mossa del nuovo presidente Biden è stata quella di invertire le politiche di Trump, rientrando nell’Accordo sul clima e bloccando la costruzione dell’oleodotto Keystone Xl che porta il petrolio dal Canada agli Stati Uniti, attuando poi tutta una serie di interventi contro i combustibili fossili che porrà fine all’indipendenza petrolifera degli Usa beneficiando Iran, Russia, Norvegia e Arabia Saudita.

La decisione dell’Occidente di suicidarsi economicamente, spingendo il nuovo ordine mondiale verde, sposterà il potere geopolitico sempre più verso la Cina che ha già superato gli Stati Uniti per investimenti esteri diretti. I capitali internazionali stanno già lasciando l’Europa, per essere investiti in Cina impegnata a costruirsi strategicamente una economia basata sul consumo interno, al fine di interrompere la dipendenza dagli Stati Uniti. Superati questi anni Venti diventerà la capitale finanziaria del mondo. L’Unione europea, distruggendo le piccole imprese responsabili della creazione della maggior parte dell'occupazione, si assicurerà una scivolata verso il livello più basso nell’elenco della crescita economica mondiale. La Ue ristrutturerà i debiti sovrani convertendoli in obbligazioni perpetue, che non saranno mai rimborsate. Molto probabilmente, questa operazione verrà fatta in coincidenza con l’emissione dell’euro digitale. La classe media europea subirà l’ennesima e colossale spoliazione.

L’Italia seguirà lo stesso destino della Grecia. Mario Draghi, seguendo le istruzioni di Klaus Schwab, ha formato il ministero della Transizione ecologica che non è altro che la piattaforma per il Great Reset italiano. A nulla serviranno i soldi del Recovery fund: sarà come versare acqua in un catino pieno di buchi come è già successo con i trilioni erogati dalla Bce dal 2011. Il Paese precipiterà nel caos politico seguito a breve da quello della Francia. L’Eurozona sopravviverà a tutto questo? Anche l’Unione sovietica è sopravvissuta per 80 anni ma con quali standard di vita?

Il tentativo di “resettare il capitalismo” e la libera impresa, sostituendoli con un nuovo assetto marxista, comporterà l’inutilità delle elezioni politiche e la fine del governo rappresentativo e dello stato di diritto in Occidente: le persone saranno ridotte a un branco indegno di avere voce in capitolo sul proprio futuro. In questo nuovo corso, si distruggeranno in modo permanente così tanti posti di lavoro che l’odio e il risentimento emergeranno. E non ci sarà modo di evitare disordini civili, secessioni, controversie economiche globali e persino il rischio di una guerra internazionale, dal momento che distruggere l’economia dell’Occidente per ricostruirla verde funzionerebbe solo sottomettendo sia la Cina che la Russia.


di Gerardo Coco