Satanismo e de profundis infinito dell’Italia

venerdì 15 ottobre 2021


Oggi l’Alitalia non esiste più dopo 75 anni grazie ad una serie di giochini contabili e di politici complici. Parte del personale in volo viene riassunto con stipendi letteralmente dimezzati, e il sindacato tace, anche sui bassissimi trattamenti economici per il personale a terra. I sindacati maggiori, i governi in carica, i politici, gli organismi europei di controllo hanno taciuto e continuano a tacere! I voli sono ridotti all’osso. Le tratte brevi sono coperte da compagnie aeree non italiane. Il sindacato, gli organi di controllo statali ed europei continuano a tacere sulla massiccia intrusione di operatori esteri!

Hanno distrutto l’Ilva, che produce acciaio migliore rispetto a quello tedesco, con la scusa dell’inquinamento che esiste da decenni e i governi e i sindacati, da sempre inermi, si sono svegliati da poco tempo, chissà perché.

Hanno distrutto il Monte dei Paschi di Siena dopo oltre 540 anni di presenza attiva nei territori e con forte un valore aggiunto nel campo della cultura mondiale, per soddisfare interessi di un partito monocratico che continua ad essere votato in massa da coloro che hanno subito il maggior danno, e gli organi di controllo italiani e soprattutto comunitari zitti e fermi! Hanno scientificamente raso al suolo il sistema creditizio e assicurativo italiani in favore di concorrenti germanici, francesi e spagnoli, con danni enormi per centinaia di migliaia di risparmiatori, reati per i quali nessuno dei responsabili ha pagato con la carcerazione!

Hanno raso al suolo le piccole e medie imprese per far confluire gli importanti flussi commerciali verso i colossi della distribuzione prevalentemente francesi che raccolgono i ricavi girandoli all’estero semplicemente premendo un tasto del computer. In Italia rimangono le briciole rappresentate da stipendi da terzo mondo al loro personale, e i governi, i sindacati e le associazioni di categoria inefficaci o volutamente con la testa girata da un’altra parte.

Hanno raso al suolo le ferrovie italiane, con la concorrenza di linee private di proprietà di cordate francesi e del nord Italia.

Queste vicende sono la parte finale, ma purtroppo non conclusa, di un processo pianificato a tavolino di deindustrializzazione del nostro Paese. Un depauperamento che ha favorito la concorrenza spagnola, francese, tedesca nel campo. Ha causato arretramenti nei settori della distribuzione, dei trasporti via aria, delle banche, delle assicurazioni, della moda, del traffico portuale, di pescosissime aree marine al nord della Sardegna da assegnare ai francesi, operazione poi rientrata.

Fra i primi che hanno denunciato il progressivo collasso del sistema produttivo e sociale italiani abbiamo il professor Luciano Gallino che fu isolato, inascoltato, condannato alla irrilevanza ed infine dimenticato. La letteratura storica, politica ed economica prevalente, per motivi di praticità tassonomica, fa partire il processo di demolizione programmata nazionale dal 2 giugno del 1992. La data è il punto di partenza della “Teoria del Caos”.

La storia è nota. I vertici anglosassoni consegnano ai politici e tecnici italiani una lista di ordini non negoziabili da eseguire con precisione e velocemente. Nessuno ha mai indagato veramente sull’immensa entità del pizzo incassato dalla classe dominante italiana ha incassato per questo compito servile. Nessuno. Silenzio totale e tombale! Solamente qualche isolato strillo nel deserto, ma mai una indagine organica e completa dai partiti o dai canali prevalenti di informazione! La demarcazione del 2 giugno 1992 è un falso ad usum delphini. Il processo di liquefazione del sistema Italia viene da molto più lontano. Ad esempio, possiamo indicare il referendum monarchia-repubblica: un test elettorale molto manipolato per ordine degli alti comandi delle forze di occupazione alleate, Inghilterra in testa. Ma la ricerca storica seria, e ancora e purtroppo in minoranza rispetto alla vulgata prevalente, accomodante e soporifera, evidenzia che il mancato decollo del nostro Paese risale almeno a due secoli prima, per mano anglo-francese. Lentamente, sta uscendo fuori che l’Italia è stata creata a tavolino il 17 marzo 1861, per essere lanciata come diversivo contro gli Imperi centrali 54 anni dopo, causando la morte di centinaia di migliaia di ragazzi bruciati come carne da macello, a mani nude contro le linee nemiche di fronte alle mitragliatrici austro-ungariche. A questo genocidio si aggiunse la falciatura attuata con ossessive e continue decimazioni eseguite nelle trincee dai carabinieri su ordine di Cadorna, la cui stupida ferocia e crudeltà è stata pari solo al gen. Cialdini!

Si sa, le precisazioni storiche non fanno comodo a nessuno. Si preferisce dominare con un pensiero schematico montato con slogan brevi e facilmente assorbibili. È quello che accade da decenni in tutto il mondo, e il nostro Paese non fa eccezione. Lo vediamo nella rappresentazione rovesciata delle priorità delle linee di governo attuali: immigrazione e accoglienza senza regole – con enormi proventi in favore di Ong e colossi dell’accoglienza guidati dai parenti di politici, dirigenti di società e altri, politiche di genere; censura buonista che si abbatte su ogni contenuto culturale del passato oltre che del presente; vaccinismo ossessivo e, a seguire, il climatismo come armi terroristiche, con il preciso intento di frantumare lo stato sociale, le tutele e i diritti acquisiti. Tutta questa macelleria sociale viene attuata in nome di una emergenza continua che è una contraddizione in termini, ormai inculcata massicciamente. L’emergenza totalitaria ininterrotta nasce con il famoso titolo del Sole 24 Ore “Fate presto” del 10 novembre 2011; titolo riportato rapidamente e servilmente da molti altri periodici del tempo.

Mentre il Paese continua ad essere il terreno di sperimentazione di aggiornate forme di guerra ibrida a bassa intensità, abbiamo oggi l’apertura della mostra Inferno al Quirinale, dove spicca la ferale simbologia della porta dell’inferno di A. Rodin. Il Quirinale dovrebbe essere il luogo simbolo dell’unità nazionale e non della sua distruzione! Sempre oggi, parte la caccia persecutoria ai reprobi non vaccinati con irrogazione di sanzioni severissime come il taglio dello stipendio e i mancati versamenti dei contributi, violando in un colpo solo almeno una decina di normative del diritto italiano, costituzionale e del lavoro. La copertura dell’ottanta percento non basta. Deve essere del 130 per cento, compresi, prossimamente, i nascituri in gestazione, poi, forse, gli animali domestici e così via.

Tutto questo in nome di uno stato di emergenza codificato dalla emissione infinita di decreti legge e non più dai contestatissimi provvedimenti amministrativi dpcm emessi a raffica da Badoglio 2.0. Se la situazione attuale continua sotto questi auspici, avremo la imposizione di decreti-legge continuamente rinnovati ogni sei mesi, con un parlamento e con le istituzioni di controllo giuridiche, economiche, finanziarie, della sicurezza nazionale totalmente paralizzati da ricatti reciproci dei responsabili ai vertici, notoriamente cooptati con criteri totalmente avulsi dai loro meriti professionali.

Si va avanti con gli slogan, con il terrorismo mediatico, con le dimostrazioni di piazza un giorno prima delle votazioni amministrative, benedette dal tempestivo e velocissimo parere di alcuni costituzionalisti che affermano che le ridette manifestazioni non violano il silenzio elettorale.

Satanismo, demolizione pianificata del diritto, dello stato sociale, delle tutele, della filiera economica; promozione dell’immigrazionismo senza regole; genderismo a marce forzate nei canali televisivi (film, spettacoli e spazi pubblicitari in televisione con reclutamento scientificamente distribuito fra normali, gender e non bianchi) sono le priorità di una compagine governativa minoritaria e staccata dal Paese reale ma saldamente sostenuta da poteri esterni europei e atlantici; con vaccinismo ossessivo e terroristico; con la conduzione dell’ennesimo capo del governo non eletto che, con espressa sua affermazione, risponde esclusivamente agli ordini esecutivi elencati nel testo del Pnrr (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza), come egli stesso ha dichiarato senza mezzi termini, con attenzione a quanto dice nel filmato registrato sul canale Youtube al punto 0,12.

Buona resilienza a tutti!


di Manlio Lo Presti