Pnrr: la Regione Sicilia comincia a prendere atto dei propri errori

Abbiamo appreso negli ultimi giorni che la Regione Sicilia ha perso 422 milioni di euro relativi a progetti inseribili nel Pnrr. In tempo non sospetto avevamo anticipato questo assurdo risultato ottenuto dalla Regione Sicilia sui progetti da inserire nel Pnrr, un vero fallimento che penalizza in modo irreversibile la intera Regione dopo la bocciatura di 61 progetti da parte del ministro dell’Agricoltura; una bocciatura ampiamente motivata (controlli di qualità effettuati da tecnici senza titoli, accertamenti condotti dallo stesso perito nello stesso giorno in luoghi molto distanti fra loro e indicazione errata della fonte di finanziamento).

In particolare 29 progetti non sono stati incasellati nel bando corretto del Pnrr, uno non indicava la fonte di finanziamento e 31non rispettavano i criteri indicati nel bando. Di fronte a queste oggettive conclusioni sollevate dal ministero dell’Agricoltura il presidente della Regione Nello Musumeci ha dichiarato: “È una vergogna continuare a guardare a progetti del centro nord e non a quelli del Sud e della Sicilia. Non è un problema di risorse ma di progettualità. E la Regione siciliana ha priorità davanti alle quali il Governo nazionale si gira dall’altra parte. Lo dico senza difficoltà e lo dirò di persona al presidente Mario Draghi. Il Pnrr è una presa in giro se Roma continua a rifilare progetti mai concordati”.

A queste dichiarazioni il ministero dell’Agricoltura ha risposto: “Tutti i progetti sono stati valutati su criteri precisi, che sono stati approvati con due criteri ministeriali, portati per informativa alla Conferenza Stato-Regioni che ha riunito il 23 settembre 2021 l’apposito Tavolo tecnico che ha preso atto con soddisfazione del lavoro svolto”. Appare evidente che l’intervento del presidente Nello Musumeci non può in nessun modo cambiare la decisone presa ed è davvero triste che tra le motivazioni della esclusione compaia la modalità di accertamento effettuata lo stesso giorno in luoghi molto distanti dallo stesso perito perché in realtà si è tentato di ricorrere a forme davvero inaccettabili.

A questa esclusione, a questa presa d’atto di una misurabile perdita di risorse (circa 422 milioni di euro) fra qualche mese, anzi fra qualche giorno se ne aggiungerà un’altra: nel Disegno di Legge di Stabilità non sarà facile trovare le coperture adeguate per interventi come:

1) Il completamento dell’asse viario Palermo-Agrigento.

2) Il completamento dell’asse viario Agrigento-Caltanissetta.

3) La realizzazione dell’asse autostradale Ragusa-Catania.

4) Completamento della rete di trasporto su guida vincolata nell’area metropolitana di Catania.

5) Interventi infrastrutturali nel porto di Augusta.

6) Interventi infrastrutturali nel porto di Palermo.

Ed allora sì che il presidente Musumeci dovrà chiedere, anche se con enorme ritardo, perché dal 2015 c’è stata una vera stasi su queste opere e perché, non nel Pnrr, ma nel Piano complementare al Recovery Plan, non siano state aggiunte queste opere. Consiglio anche al presidente di non accettare assicurazioni tipo: “Tali interventi sono inclusi nel Contratto di Programma Anas”; simili assicurazioni sono modello utilizzato sistematicamente dai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti “Delrio, Toninelli, De Michele e ultimamente Giovannini”, cioè tutte assicurazioni slegate da un preciso riferimento alla reale copertura dei programmi annunciati. A tale proposito ricordo al presidente Musumeci la esistenza del Decreto Legislativo 12 maggio 2026 n. 93, da me più volte invocato per evitare false e gratuite illusioni.

Da tale Decreto legislativo, che riporto per l’ennesima volta di seguito, si evince chiaramente che le uniche coperture reali sono quelle presenti nell’annualità di riferimento. Ormai, in termini tecnici, non si attua la Legge di Stabilità per “competenza” ma per “cassa” e quindi se non coperti concretamente i Contratti di Programma rimangono interessanti atti programmatici.

Non aggiungo a questa serie di “cattive notizie”, a questi errori comportamentali, il mancato inserimento del Ponte sullo Stretto di Messina nel Pnrr, non lo faccio perché penso sia davvero inutile infierire su un comportamento che non è addebitabile solo al presidente della Regione Sicilia ma a tutti i presidenti del Mezzogiorno che non si sono resi conto che il ponte era ed è un’opera chiave ed essenziale per la crescita non di una sola realtà regionale ma dell’intero assetto del Mezzogiorno.

In più occasioni ho ricordato che una iniziativa davvero incisiva sarebbe stata quella di intervenire congiuntamente in Conferenza Stato-Regioni bloccando tutti gli atti in cui il parere delle Regioni era vincolante per l’approvazione di scelte del Governo. Senza dubbio è stato incisivo l’intervento del vicepresidente Armao sia in Conferenza Stato-Regioni che in sede comunitaria ma, a mio avviso, bisognava ricorrere a vere forme di blocco per poter ottenere almeno l’inserimento dell’opera nel “Piano complementare al Recovery Plan”.

Tutto questo ormai è storia e penso ora sia fondamentale monitorare il Disegno di Legge di Stabilità 2022 e incontrando il presidente Draghi sarà bene che il presidente Musumeci non denunci che “il Pnrr è una presa in giro se Roma continua a rifilare progetti mai concordati” perché è una denuncia immotivata ed indifendibile, invece chieda ed ottenga impegni certi sulle opere prima riportate. A differenza del passato fortunatamente ora c’è il presidente Draghi.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 23 ottobre 2021 alle ore 11:22