Le ultime novità relative al ruolo del Gnl nel comparto marittimo

martedì 16 novembre 2021


La recentissima Stakeholder Conference, svoltasi a Roma sotto la copresidenza italiana e libica dell’iniziativa WestMed, ha posto l’attenzione sulle novità, le opportunità e le probabili strategie da intraprendere per l’implementazione dei “Corridoi per lo Sviluppo Blu Sostenibile”. Un’iniziativa che, tra le tante tematiche, ha affrontato anche l’attualità del Gnl nel comparto marino. La propulsione marina guarda al Gas naturale liquefatto (Gnl) come combustibile per una transizione energetica sostenibile del prossimo futuro. Una tematica emersa anche dal Forum organizzato a maggio da Assocostieri e Assarmatori dedicato al “ruolo dei combustibili alternativi nella transizione energetica del comparto marittimo”. L’attualità della logistica marina punta sulla transizione energetica poiché intensamente legata alla possibilità di rafforzare il ruolo strategico del trasporto marittimo nel quadro di un sistema logistico sempre più integrato, anche verticalmente e il ruolo del Gnl è preponderante rispetto gli altri combustibili alternativi quali il metanolo, l’idrogeno e l’ammoniaca, considerando i risultati odierni della ricerca, sempre in evoluzione. Non mancano però le questioni aperte, tra cui l’essenzialità di adeguare la logistica. Serve agire con interventi strutturali per poter adottare il Gnl su larga scala e bisognerebbe agire sul refitting delle navi o sulla costruzione di nuove unità a Gnl ma anche sull’articolazione dei depositi in linea con i parametri istituzionali di riferimento sulla sicurezza per i cittadini e dell’attività logistica. Operazioni previste per il rinnovo delle flotte già nel fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), di recente approvazione da parte del Governo.

“Serve snellire gli iter autorizzativi necessari alla realizzazione degli insediamenti costieri necessari alla filiera del Gnl, contemperare alla sostenibilità ambientale con quella economica e ottenere incentivi economici che sopperiscano a questa fase di transizione tecnologica”, ha recentemente dichiarato il segretario generale di Conftrasporto, Pasquale Russo. In Italia ci sono numerosissimi porti e tante potenzialità legate alla blu economy da potenziare e monitorare, tra questi occorre individuare quelle dinamiche locali e territoriali strategiche e che hanno la possibilità a livello logistico di ospitare i depositi di Gnl. Una visione che gli esperti energetici identificano anche come un percorso di transizione sostenibile. Fra i settori responsabili di emissioni a effetto serra vi sono anche i trasporti, con una quota che nel 2019 raggiungeva il 14 per cento. Se osserviamo i soli numeri del trasporto marittimo, i gas serra riconducibili alla navigazione internazionale raggiungono 1 miliardo di tonnellate, quasi il 3 per cento delle emissioni globali rispetto ai livelli del 2018. Una percentuale che è destinata probabilmente a crescere considerando che già ora l’80 per cento delle merci scambiate a livello globale viaggia via mare e nel nostro immediato futuro le rotte commerciali saranno sempre più frequentate, basti pensare al grande dibattito, contemporaneamente, geopolitico, economico e ambientale sulla nota “rotta artica”.

Gli operatori di tutto il settore e in particolare il mondo degli armatori, sono chiamati a riflettere, comprendere e prendere una decisione di politica energetica su cui puntare per arrivare all’ambizioso obiettivo di zero emissioni entro il 2050. Intraprendere, insieme, un percorso energetico internazionale e marittimo risulta essenziale per rispettare, entro un decennio, i parametri di sostenibilità ambientale. Inoltre, navi metaniere chiamate anche “floating pipelines” gasdotti galleggianti, trasferiscono alla temperatura di -160° C, volumi di Gnl dai mille ai 175mila metri cubi: per i Paesi importatori si configura come una soluzione sostenibile alternativa ai gasdotti. L’utilizzo del Gnl è potenzialmente in grado di diminuire sensibilmente le emissioni nocive per la salute e l’ambiente e allo stesso tempo di ridurre, anche se marginalmente in questa fase scientifica, la misura dell’impatto dei trasporti marittimi sul clima. È possibile evitare quasi completamente le emissioni di ossidi di zolfo, particolati e metalli pesanti. Si possono anche ridurre notevolmente gli ossidi di azoto e le polveri ultrasottili, se rapportiamo all’olio combustibile pesante o al diesel marino.

Al Gastech Virtual Summit, svoltosi nel 2020, sia i venditori che i compratori hanno concordato che se il gas liquefatto può giocare un ruolo da protagonista nella transizione logistica e industriale, il prezzo deve essere attrattivo nel mercato globale. La più grande opportunità per il Gnl in questo gioco è quella di sostituire il carbone in Asia, ma questa sostituzione avverrà solo se il Gnl sarà accessibile a tutti gli attori economici. Il dibattito è particolarmente importante, non solo per gli operatori, perché l’impatto ambientale delle navi è entrato nello scenario mediatico pubblico, disintegrando l’isolamento di uno dei settori storicamente meno analizzati, tematiche chiuse ai non addetti ai lavori. Eventi, dibattiti e iniziative di ampi gruppi di opinione stanno spingendo i consumatori a prendere posizione sulla decarbonizzazione del trasporto marittimo e sulla visione della transizione energetica della “Patria europea”. Le istituzioni sembrano ribadire che per raggiungere entro il 2050 gli obiettivi globali di sostenibilità ambientale, la transizione energetica del trasporto marittimo mette ai primi posti il Gnl, la principale alternativa al carbone e al petrolio.

Sostanzialmente, il Gnl nel trasporto marittimo consente concretamente l’azzeramento degli ossidi di zolfo, la riduzione dell’85 per cento degli ossidi di azoto, la riduzione del 95 per cento del particolato e anche il contenimento, nell’ordine del 20 per cento delle emissioni di Co2. Si tratta di un combustibile fossile e quindi studiato e valutato come combustibile di transizione, ma appare anche come la porta di accesso ai nuovi carburanti alternativi, perché può essere, già da subito, integrato con il bio– Gnl ed aprire la strada ad ulteriori sviluppi energetici sostenibili e innovativi. Nel breve termine, il Gnl è la soluzione più attraente e praticabile per lo shipping, nel medio termine si può pensare a una progressiva sostituzione con il biometano e a lungo termine le formulazioni energetiche ad idrogeno saranno il punto di sbocco della linea di sviluppo dei cosiddetti gas leggeri.


di Domenico Letizia