Pandemia, Confesercenti: “Italiani più poveri”

Confesercenti celebra il cinquantesimo anniversario della fondazione. Nell’assemblea che si tiene a Roma, si analizza il futuro delle imprese di vicinato, del turismo, del commercio e dei servizi, tra emergenza sanitaria, economica e ripartenza. Patrizia De Luise, presidente della Confederazione delle piccole e medie imprese, sostiene che “la maggiore inflazione potrebbe sottrarre, in 2 anni, 9,5 miliardi di euro di consumi: circa 4 miliardi quest’anno e 5,5 miliardi del 2022. La ripresa dei consumi sarà più lenta di quella del Pil. A fine 2022 il volume dei consumi potrebbe rimanere al di sotto del livello pre-pandemico, con uno scarto residuo di circa 20 miliardi. La pandemia ha impoverito gli italiani. A fine 2021 il reddito medio delle famiglie sarà ancora 512 euro inferiore ai livelli pre-crisi, e la prudenza ha portato ad una perdita di consumi fra 35 e 40 miliardi annui”.

De Luise promuove la “riforma fiscale. Ma c’è molto da fare. Gli 8 miliardi destinati dalla legge di bilancio ad alleggerire la pressione fiscale costituiscono una base di partenza molto ridotta. E non è ancora chiara la fase due: non è ancora definito come saranno ripartiti. Si tratta di una questione fondamentale. La riforma fiscale è una delle riforme abilitanti per innescare la trasformazione e il rilancio del Paese”. Secondo la numero uno di Confesercenti, “va alleggerito il peso del fisco su famiglie ed imprese. Ma dobbiamo correggere anche un federalismo fiscale che è stato attuato in modo distorto. La gestione dei tributi locali, ad esempio, deve essere completamente rivista”. Ed anche perché, calcola Confesercenti, “l’inasprimento della tassazione locale ed il ritorno alle tariffe 2019 sarebbero esiziali per tantissime attività del terziario e del turismo, con un maggiore onere per le imprese di circa tre miliardi di euro”.

Sul calo dei consumi “incide la crisi del lavoro”, avverte Confesercenti: “Dall’inizio dell’anno, sono stati recuperati solo 340mila posti di lavoro dei 720mila persi nel 2020: meno della metà. Per i lavoratori indipendenti, poi, è stata una vera e propria strage: sono 356mila in meno rispetto al pre-Covid”, sottolinea la presidente, Patrizia De Luise, nella sua relazione all’assemblea annuale. “E c’è un paradosso – rileva – : nel turismo e nei servizi non si trovano professionalità disponibili. Una domanda di 100mila lavoratori da parte delle imprese non trova risposte”. Sono 100mila “posti vacanti per assenza di personale”, sottolinea Confesercenti, perché l’incertezza creata dall’emergenza Covid in alcuni settori “ha ridotto anche il personale specializzato disponibile”. In questo quadro del mercato del lavoro, avverte Patrizia De Luise, andrebbe “creata una strategia che consenta, da un lato di ridurre il costo del lavoro, dall’altro di proteggere chi lavora” ma. sottolinea, “la riforma degli ammortizzatori sociali proposta dal Governo è invece contradditoria rispetto alle previsioni di politica economica. Stimiamo che, per il solo settore del terziario, porterebbe ad un aumento di quasi 600 milioni di euro delle contribuzioni, con aliquote triplicate”: un aumento medio complessivo per dipendente che Confesercenti calcola di 90 euro.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato alla presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise, sostiene che “la nostra economia appare in forte recupero dopo la crisi, anche grazie all’espansione dei consumi delle famiglie. La ripartenza vede protagoniste le imprese, grandi e piccole, che hanno resistito a momenti durissimi. Hanno saputo rilanciare la propria attività e l’occupazione, che tuttavia presenta ancora criticità, incluso l’ambito del lavoro autonomo, particolarmente colpito”.

Secondo il capo dello Stato, “durante la pandemia, è stato prezioso il contributo del presidio sociale offerto, anche nelle aree più remote del Paese, dal sistema dei negozi di prossimità che, con coraggio, hanno fatto sì, con la loro presenza e attività, che il tessuto sociale, la vita quotidiana delle nostre comunità, non vivessero ulteriori difficoltà, evitando di gravare sui servizi di emergenza pubblici, già messi a dura prova. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può ora orientare il nostro modello di sviluppo verso un percorso più equo e sostenibile. Gli investimenti per trasformare la nostra economia, dall’innovazione tecnologica, alla digitalizzazione, alla formazione, ai progetti di rigenerazione urbana possono avere un impatto rivitalizzante anche per le piccole imprese e gli esercizi di vicinato – dal commercio al turismo – e ci consentono di guardare al futuro con maggior fiducia”. “Con questo spirito invio a tutti i partecipanti i più cordiali auguri di buon lavoro”, conclude.

Aggiornato il 16 novembre 2021 alle ore 13:53