Natale e Capodanno, cenoni a rischio con possibili zone gialle

“Sono a rischio i tradizionali cenoni di Natale e di Capodanno in circa 53mila ristoranti, trattorie, pizzerie e agriturismi situati in Friuli Venezia-Giulia, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta e della provincia di Bolzano per il possibile passaggio in zona gialla a causa del peggioramento degli indici epidemici Covid”. Questo quanto evidenziato da un’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’eventuale cambio di colore di una vasta area dell’Italia, con il limite massimo dei quattro posti a sedere per tavolo tra non conviventi. Uno studio, questo, emerso all’indomani delle parole di Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che ha detto: “La maggiore inflazione potrebbe sottrarre, in 2 anni, 9,5 miliardi di euro di consumi: circa 4 miliardi quest’anno e 5,5 miliardi del 2022. La ripresa dei consumi sarà più lenta di quella del Pil. A fine 2022 il volume dei consumi potrebbe rimanere al di sotto del livello pre-pandemico, con uno scarto residuo di circa 20 miliardi. La pandemia ha impoverito gli italiani. A fine 2021 il reddito medio delle famiglie sarà ancora 512 euro inferiore ai livelli pre-crisi, e la prudenza ha portato ad una perdita di consumi fra 35 e 40 miliardi annui”.

L’analisi di Coldiretti

Il passaggio in zona gialla, per Coldiretti, “oltre a rendere obbligatorio di nuovo l’uso di mascherine all’aperto a eccezione dei bambini sotto i sei anni e di chi fa sport, prevede un massimo di quattro persone per tavolo al chiuso in bar e ristoranti anche per le feste e i ricevimenti. Il limite dei posti a tavola è una misura di sicurezza che ha ripercussioni sul bisogno di convivialità degli italiani ma pesa anche sugli incassi della ristorazione, dopo le pesanti perdite subite a causa della pandemia Covid”.

La misura e il turismo invernale

La misura, ha chiarito Coldiretti, “rischia di pesare sulle decisioni dei 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze. Le regioni a rischio di cambio di colore sono importanti destinazioni del turismo invernale. Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto lo scorso anno era stata proprio la montagna, con 3,8 milioni di italiani che non avevano potuto raggiungere le piste da sci con effetti – ha continuato Coldiretti – sull’intero indotto, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole, che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento”.

Il possibile impatto negativo della zona gialla

“L’impatto negativo della reintroduzione della zona gialla si trasferisce a cascata sull’intera filiera – ha terminato Coldiretti – con la riduzione di acquisti di prodotti alimentari e vino dalle aziende agricole ma anche di addobbi floreali con il contenimento del numero di invitati o addirittura il rinvio delle cerimonie. Senza dimenticare che un terzo della spesa turistica in Italia è destinato all’alimentazione con il cibo che rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio”.

 

 

Aggiornato il 17 novembre 2021 alle ore 16:23