Superbonus: limitazioni sempre più stringenti

Una nuova stretta è giunta dal Consiglio dei ministri 26 marzo scorso in tema di Superbonus. L’Esecutivo si mostra, infatti, determinato a porre fine all’ampio ricorso di questa misura considerata un vero e proprio danno per le finanze del Paese. Un decreto-legge che modifica il suo precedente, quello del 17 febbraio 2023, e con il quale si era già inteso limitare la possibilità della cessione del credito. Ma cosa cambia? Con l’attuale decreto, nonostante le rimostranze di costruttori e associazioni di categoria, si dispone un fermo definitivo allo sconto in fattura e alle cessioni dei crediti per tutti i bonus edilizi. A salvarsi sono i lavori con iter già avviati, o meglio lavori per i quali sia stata già presentata la Comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila), così come i condomini la cui ristrutturazione sia stata già deliberata dall’assemblea.

Mentre, in caso di demolizione e ricostruzione degli edifici, il decreto richiede la presentazione dell’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo, ovvero laddove il titolo non è richiesto l’inizio dei lavori o un accordo vincolante. L’attuale decreto, poi, agisce su alcune eccezioni introdotte in sede di conversione in legge nel 2023, e in particolare, sulla possibilità di escludere dal provvedimento i casi di contribuenti poco abbienti, come ad esempio i residenti delle case Iacp o chi si trova in gravi difficoltà economiche perché colpiti da importanti calamità naturali. Entro il 4 aprile, termine che non ammette più deroghe, dovrà essere caricata tutta la documentazione richiesta, così da consentire al Mef di certificare l’ammontare complessivo delle opzioni esercitate e delle cessioni. Ma non solo. Il decreto prevede, altresì, il divieto di utilizzare la compensazione dei bonus edilizi per soggetti che hanno debiti con l’erario, con conseguente sospensione dei crediti d’imposta e sottrazione degli stessi ai debiti fiscali.

Una scelta che non è piaciuta ad architetti e ingegneri, che nel comunicato congiunto hanno affermato come “lo stop alla cessione dei crediti per le aree terremotate” sia un grave errore, sottolineando, l’esigenza di un ripensamento a parte del Governo. Un ripensamento che, poi, sembra non escludersi stando alle parole di Guido Castelli, commissario alla ricostruzione sisma 2016, che afferma “siamo al lavoro, sono in contatto con Palazzo Chigi e Mef per cercare di correggere il tiro”. Così come molti sono gli appelli ad un dietro front. Per Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore, il nuovo provvedimento si mostra “un duro e inaspettato colpo per tutte quelle realtà che svolgono attività sociali senza scopo di lucro, che necessitano di riqualificare ed efficientare dal punto di vista energetico gli spazi in cui operano”. E se le limitazioni appaiano necessarie stando all’ultimo report dell’Enea, il quale registra per il mese di febbraio di quest’anno un peso a carico dello Stato pari a 114,4 miliardi, oltre 7 miliardi in più rispetto al mese di gennaio, ancora nulla è certo.

Aggiornato il 29 marzo 2024 alle ore 10:30