“Il Fatto” e la democrazia

Il Fatto quotidiano, giornale di Marco Travaglio, considerato fin troppo vicino al Movimento Cinque Stelle, sostiene che in passato ci sono stati parecchi incontri riservati tra Davide Casaleggio e Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’Eni, personaggio considerato impresentabile dai grillini in quanto implicato in alcune inchieste giudiziarie.

Il giornale ha affermato che l’aver pubblicato una notizia del genere testimonia la propria assoluta indipendenza ed autonomia rispetto al partito di cui ha sempre appoggiato e spesso anticipato le battaglie. Ma è proprio questa excusatio non petita che solleva un interessante interrogativo sulla stretta vicinanza storica tra il Fatto ed il Movimento fondato da Beppe Grillo, una vicinanza così tanto stretta ed esibita da far immaginare che la rivelazione di incontri riservati tra Davide Casaleggio e l’impresentabile Claudio Descalzi non sia semplicemente diretta a dimostrare l’autonomia e l’indipendenza del giornale e del suo direttore, ma rappresenti l’indizio che il giornale spesso all’avanguardia del movimento grillino sia impegnato in un’operazione proprio d’avanguardia all’interno del movimento tesa a determinare un sommovimento degli attuali equilibri al vertice del M5S e la creazione di un nuovo assetto al partito di maggioranza relativa.

Qualcuno ipotizza che Travaglio abbia inferto un colpo a Davide Casaleggio per favorire l’assalto al ruolo di guida del movimento di Alessandro Di Battista, reduce dal lungo periodo di studio passato in Iran e deciso ad imporre al M5S una sterzata in grado di fargli recuperare il più in fretta possibile quella identità originaria che gli ha consentito di vincere le ultime elezioni politiche e di diventare l’asse portante prima del governo giallo-verde del Conte uno e successivamente dell’attuale governo giallorosso del Conte bis.

L’excusatio non petita del “Fatto” non sarebbe altro che un tentativo di mascherare l’esistenza di una manovra in atto per conquistare la guida del movimento in vista di quella caduta del Governo Conte che molti considerano ormai imminente e di quella verifica politica generale attraverso nuove elezioni politiche che rappresentano la sola e vera via d’uscita dalla gravissima crisi che si aprirebbe dopo la fuoriuscita da Palazzo Chigi dell’attuale Presidente dl Consiglio. Insomma, gratta il fuoco amico e scopri il complottino interno.

Nessuno è in grado di stabilire il grado di affidabilità e di credibilità di una ipotesi del genere. Ma non è questo l’aspetto più importante della vicenda. Perché le rivelazioni del “Fatto” sollevano in primo luogo la questione dei rapporti che il vertice del M5S ha intessuto negli anni della sua presenza nel governo con i grandi centri di potere del Paese. Diventa importante ora sapere quali di questi centri abbia sostenuto e finanziato Casaleggio padre e figlio, la Piattaforma Rousseau ed influenzato la politica del Paese attraverso il partito di maggioranza relativa.

Importante, in sostanza, non è fare luce sull’esistenza di un complotto o meno all’interno del M5S ma di capire quali e quanti centri di potere hanno condizionato e condizionano il funzionamento della democrazia nel nostro Paese.

Raggiungere una consapevolezza del genere dopo l’infornata di nomine appena conclusa diventa di vitale importanza per prevedere la sorte della democrazia italiana.

Aggiornato il 24 aprile 2020 alle ore 11:01