È tempo di referendum

lunedì 10 maggio 2021


È tempo di referendum. Dopo le rivelazioni di Luca Palamara, quelle dellavvocato Piero Amara sullesistenza di una “loggia Ungheria”, che dallombra governerebbe la magistratura, hanno dato il colpo di grazia alla fiducia dei cittadini nei “giudici”, già minata da decenni di lentezze, politicizzazione delle inchieste e soprattutto da migliaia di errori giudiziari che hanno colpito semplici cittadini oltre che politici. Il partito dei pm, di cui sono parte molti giornalisti e politici compiacenti, cerca di far passare le rivelazioni di Amara come una “bufala”. Ma se è una bufala, perché nessuno – nemmeno uno dei pm coinvolti! – ha osato accusare Amara di calunnia? È evidente che non vogliono che vuoti lintero sacco. Perché sui loro contenuti c’è tanto mistero e segreto da fare pensare allomertà? Bando alle fumisterie.

La verità è che una piccola parte di pm (alcuni dei quali mostrano di agire al di sopra e al di fuori della legge) domina attraverso le correnti, lAnm (Associazione nazionale magistrati), il Csm (Consiglio superiore della magistratura), lintera magistratura e persino la politica nazionale. Una buona parte degli attuali parlamentari le fa da guardaspalle e rende impossibile ogni riforma della giustizia e dellordinamento giudiziario. La conseguenza nefasta e insostenibile è che la gran parte degli italiani ha perso ogni residua fiducia nellintera magistratura, nei suoi provvedimenti e nelle sue sentenze. Il potere giudiziario ha così perso in Italia la sua legittimità che in uno Stato di diritto non può sussistere senza legittimità e senza la fiducia dei cittadini. Lattuale Parlamento non è in grado di rimediare con una riforma seria ed efficace. Lo Stato di diritto è in oggettivo e grave pericolo.

È tempo di referendum! Con la credibilità dei pm politicizzati e politicanti muore anche quella dei giornalisti che con essi hanno messo in scena per decenni il cosiddetto “circo mediatico-giudiziario”, tristemente noto per le gogne cui ha sottoposto preventivamente cittadini innocenti. Carte passate sottobanco dalle Procure violando il segreto istruttorio, nomi sbattuti in prima pagina a caratteri cubitali, senza verifiche, marchiando persone (e i loro cari) con lo stigma della colpa, ancora prima del rinvio a giudizio. Sospetti presentati come condanne definitive. E tutto questo in nome della “libertà” di stampa e di espressione che con quelle violazioni delletica professionale e della presunzione di innocenza non centrano un fico.

Quello che più mina la credibilità dei giornalisti – e che indigna – è lindecente doppiopesismo. Abbiamo appreso negli ultimi giorni che due giornali, La Repubblica e Il Fatto quotidiano, che negli anni passati hanno pubblicato senza scrupoli anche tutte le carte-spazzatura ricevute in forme anonime e illegali, purché promettessero di colpire e “sputtanare” avversari, non hanno invece pubblicato le carte riguardanti la cosiddetta “Loggia Ungheria”. “Per scrupoli professionali” hanno detto. La stessa cosa hanno detto – guarda caso – i magistrati che hanno tenuto quelle carte nei cassetti. Alcuni di loro, pm, o ex pm come Piercamillo Davigo, se le sono passate o ne hanno parlato tra loro “informalmente”. “Per scrupolo professionale”. O per omertà? Molti accaniti giustizialisti senza scrupoli sono improvvisamente diventati “scrupolosi” garantisti. Pro domo sua. Che bravi! È tempo di referendum!


di Lucio Leante