Fine emergenza sanitaria mai

In tema di stato d’emergenza senza emergenza, che il Governo si appresta ancora a prolungare, intervenendo ad un incontro organizzato a Roma dalle Acli, il ministro Roberto Speranza ha ribadito con chiarezza il suo raggelante programma: “I numeri sono scesi significativamente, ma la pandemia è ancora in corso. Anche il numero dei decessi è crollato, fermo restando che fino a quando non arriverà il giorno in cui ogni Regione ci dirà zero decessi, per me sarà una battaglia da combattere”.

Si tratta di un proclama insensato, fuori da ogni logica ma che conferma ancora una volta l’intenzione di questo paladino delle chiusure di non mollare la presa, facendoci presagire un rapido ritorno, con l’arrivo dei primi freddi, all’insostenibile pesantezza del regime fondato sulle restrizioni sanitarie.

D’altro canto, l’idea folle di azzerare i morti col Covid-19, la quale fa propria l’idiozia molto diffusa del cosiddetto rischio zero, non può che tradursi in una sorta di fine emergenza sanitaria mai. E ciò per il semplice fatto, così come spiegò a suo tempo a Lucia Annunziata l’ex responsabile del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, che in Italia tutte le persone decedute risultate positive al tampone vengono inserite nel lungo elenco dei morti causati dal virus.

Ora, che un ministro così centrale in una vicenda tanto difficile per il Paese, in cui è stata stravolta completamente la normale esistenza della comunità, si ostini in modo ossessivo a tenerci in allarme, minacciando di fatto il mantenimento di una condizione di Costituzione sospesa, non può e non deve essere più tollerato. Non è accettabile per un sistema democratico, il quale si considera civile e avanzato, che il leader di un partitino del 3 per cento continui a speculare cinicamente sulla paura ancestrale di una popolazione ancora oggetto di una vasta opera di disinformazione.

In tal senso, dopo circa un anno e mezzo trascorso ad annunciare catastrofi e ad ammonire chi non si identificava con il suo modello talebano di convivenza col virus, al ministro della Salute non possiamo che porre la seguente domanda: “Quousque tandem abutere, Speranza, patientia nostra?”. Io direi, anche senza scomodare il grande Cicerone, che la misura a questo punto è veramente colma.

 

Aggiornato il 22 luglio 2021 alle ore 10:10