Virus e libertà

Se nel dolore si conosce l’amico personale, nella pandemia si riconoscono gli amici della libertà. Per essere chiari, non gli amici delle libertà ma gli amici coscienti della libertà dei liberali, come la chiamo da sempre a scanso di equivoci. Lo confesso, da vecchio liberale e da liberale vecchio in questi giorni sento il cuore nello zucchero. La crema dell’Italia, anche quella inacidita da decenni, discute di libertà. Avete capito bene: li-ber-tà! Una parola che a mezza Italia faceva schifo, e all’altra metà serviva per polemizzare. Non più. La libertà è ritornata. È alla moda. È sulla bocca di tutti. Lo dimostrano gl’influenti che impartiscono lezioni agl’influenzabili e il virus che la sbandiera nelle provette.

La libertà di cui i garruli politici, i sentenziosi scienziati, i saccenti giornalisti (ahimè, è proprio vero che le guerre portano a galla il meglio e il peggio degli esseri umani!) straparlano con il liberalismo propriamente detto ha poco o punto a che fare. Questi signori, i reggitori della nazione, si accapigliano sulle libertà, sulle facoltà di fare questo o quello, dove, come, con chi. Questionano, al massimo, su “undiritto facoltativo, mentre la libertà vera bisogna riguardarla come se fosse “ildiritto fondamentale assoluto. E riguardandola con tale criterio di valutazione, solo qualche fanatico direbbe che è in gioco o, peggio, in pericolo. Mario Draghi non sta marciando su Roma, bensì passeggiando a Piazza Colonna, mentre Luciana Lamorgese non somiglia a Luigi Facta neppure senza gonna.

Che l’esercitare o meno un diritto facoltativo attinente alla vita lavorativa o ricreativa sia determinante per gl’individui nella presente temperie non implica affatto una discussione sulla natura e la garanzia della libertà, specialmente riguardo alla sua ancella: l’uguaglianza legale. Ho sentito con le mie orecchie un celebrato costituzionalista onnipresente dichiarare che il certificato di vaccinazione è incostituzionale perché i vaccini ancora non bastano per tutti. Sennonché qui l’uguaglianza di fronte alla legge viene invocata a sproposito perché, portata all’estremo, l’interpretazione implicherebbe il coprifuoco per tutti fino all’ultima vaccinazione.

Per quanto la libertà consista nell’assenza di restrizioni e costrizioni, quindi anche nel potere di fare, non esiste libertà senza responsabilità. Nessuno più di Lord Acton ha saputo esprimerne meglio il contenuto politico, morale e pratico: “Liberty is not the power of doing what we like, but the right of being able to do what we ought” (La libertà non consiste nel poter fare ciò che ci piace, ma nel diritto di poter fare ciò che dovremmo).

Ecco il punto che i reggitori della nazione non sembrano voler cogliere: proprio perché viviamo in un sistema libero, abbiamo la possibilità e il dovere di limitare i danni alla salute e all’economia quanto possibile. Non è questione di libertà ma di tecnica sanitaria e politica economica. Non Annibale è alle porte ma un virus. Dobbiamo neutralizzarlo. La “patente” è utile per guidarci in salvo.

Aggiornato il 26 luglio 2021 alle ore 09:36