No vax nelle piazze: problemi di libertà?

Non si sa se nelle piazze prossime venture i no vax riempiranno vie e piazze, sventolando drappi e slogan per la libertà in pericolo. E non sappiamo, ancora, se un ultimo sussulto per l’obbligo a difendere se stessi e il prossimo almeno con le mascherine li abbia attraversati, specialmente nella testa (cervello) in nome e per conto della salute propria e altrui in questa emergenza.

Ciò che sappiamo, e non da questi giorni ma da anni lontani, è che il rapporto con la Costituzione di molti italiani, soprattutto quelli di oggi della categoria degli oppositori alle vaccinazioni obbligatorie, è praticamente assente. Intendiamoci: qualsiasi Costituzione non è un libretto di facile e divertente lettura, non è un fumetto benché ridotta a fumetti la nostra Carta sarebbe di più facile uso e consumo.

Come ogni documento ufficiale e nel nostro caso fondante, contiene passaggi non soltanto obbligati ma determinanti per la vita stessa di ciascuno, per l’attività, per le ragioni di pensiero e non solo.

Il fatto che sia il “documento più documento di tutti” (mi sembra una definizione azzeccata di Ugo La Malfa) potrebbe in un certo senso intimorire anche se tutta la questione di fondo, cioè della libertà, la attraversa e la giustifica ed è molto appropriatamente affrontata e precisata in articoli ad hoc.

Si vorrebbe cioè dire che l’apporto liberale alla Costituzione italiana è ben verificabile e, si parva licet, utilizzabile proprio laddove s’alzano dalle piazze le grida dei no vax invocanti la libertà contro il Green pass che vuole essere, invece, uno strumento che serve a garantire la tutela della salute ed evitare nuove e più dannose chiusure.

Non vogliamo tediarvi con la lettura degli articoli 16 e 32 ma, semmai, riprendere una riflessione politica e storica del liberale Antonio Patuelli che ricorda come i Padri costituenti, memori anche della epidemia cosiddetta “Spagnola” di vent’anni prima, previdero nel 1947 anche le situazioni di emergenza sanitaria, come quella che stiamo vivendo da più di un anno, e ne stabilirono con precisione tassativa le fonti del diritto, cioè le leggi e non altri atti giuridici, senza eccezioni, per garantire la certezza dei doveri e dei diritti di tutti e di ciascuno.

Semmai il tema libertario come quello invocato dalle piazze, pur legittimo al di là dei toni, non solo delle voci nel loro urlato empito rispetto alle incertezze e i dissensi che sono emersi sul come combattere i possibili sviluppi della pandemia, che torna minacciosa con le sue sempre mutevoli varianti, deve essere affrontato in un quadro appunto costituzionale. O sarà una perdita di tempo. E di voce.

Aggiornato il 28 luglio 2021 alle ore 13:12