Caro bollette: la destra batta un colpo

Nelle ultime settimane gli italiani sono stati coinvolti nella polemica sull’utilizzo del Green pass. Non che la questione non fosse importante. Al contrario, ha interrogato il Paese su un dilemma che rischia di mettere in crisi i presupposti filosofici sui quali si fonda una società libera. Entro quali limiti lo Stato può entrare nella sfera privata, finora giurisdizione inviolabile del singolo individuo? Non sono quisquilie ma è roba seria, ci mancherebbe. Mario Draghi è andato avanti come un treno nell’estendere l’uso della certificazione sanitaria “Covid-free” per consentire l’accesso a un gran numero di luoghi pubblici. Matteo Salvini ha provato, senza successo, a porre qualche argine invocando la non discriminazione dei cittadini sprovvisti del Green pass. Enrico Letta, cioè l’insostenibile leggerezza del nulla in politica, si è infilato nel confronto tra il premier e il leader leghista, per evidenti fini di “cassa elettorale”, ma lo ha fatto con una mediocre retorica da demagogo, che non merita considerazione.

Comunque sia andata adesso questa roba l’abbiamo alle spalle, per cui occorre darci un taglio e guardare avanti. Romano Prodi, domenica scorsa dal salotto televisivo di Lucia Annunziata su Rai Tre, lo ha spiegato al suo pupillo Enrico Letta, consigliandogli di lasciar perdere le battaglie su diritti civili strampalati e, invece, trovare un’idea forte per il Paese che riesca a scaldare i cuori dei progressisti restituendo un minimo di entusiasmo a un depresso Partito Democratico. Ma saranno pure fatti loro, della sinistra, che a noi, francamente, non interessano. Ci importa cosa combinano i giovani virgulti che, dal doppio fronte del governo e dell’opposizione, guidano la barca della destra plurale.

Cari Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ora basta parlare di Green pass. Concentratevi sulle drammatiche emergenze che stanno per spezzare le gambe già claudicanti di molti italiani. La più urgente di esse dovrebbe togliere il sonno a ogni politico che abbia a cuore le sorti del Paese: il vertiginoso rincaro delle bollette del gas e dell’energia elettrica. Le stime ne indicano un aumento medio del 40 per cento dal prossimo ottobre. Non lo dicono i soliti catastrofisti ma la notizia l’ha data il ministro dell’Ambiente, Roberto Cingolani, nel corso di un convegno organizzato a Genova dalla Cgil. Si calcola una stangata da 247 euro a famiglia. Ma stiamo scherzando? I tanti italiani messi in ginocchio dalla pandemia, che faticano a combinare il pranzo con la cena, come la reggono una botta del genere? Cosa aspetta il Governo a intervenire?

Ora, non stiamo a dilungarci sulle cause dell’innaturale impennata dei prezzi della materia prima energetica, che hanno il retrogusto rancido della speculazione finanziaria, – lo ha fatto benissimo Vito Massimano nell’editoriale del 20 settembre sul nostro giornale – perché ci sarebbe da prendersela con la forsennata precipitazione dell’Occidente verso la conversione al “Green”, messa in piedi in assoluto dispregio del fatto che i costi di una transizione sbagliata nella tempistica sarebbero ricaduti per intero – coma sta accadendo – sulle fasce sociali deboli.

Al diavolo Joe Biden, i leader occidentali e Bruxelles che di punto in bianco hanno deciso di cambiarci la vita con la medesima approssimazione e disorganizzazione con la quale gli Stati Uniti hanno mollato l’Afghanistan al suo destino. Se non dispiace a lor signori, noi vorremmo evitare, in altri campi, di fare la fine dei poveri afghani: sedotti e abbandonati. Ma non è questo il momento delle polemiche sulla transizione ecologica avviata alla carlona, ora servono i fatti. E anche presto, perché gli italiani non hanno tempo da sprecare in voli pindarici, fantasticando su un mondo migliore e più pulito da domani mattina. Fonti di Palazzo Chigi assicurano che il Governo sta lavorando a provvedimenti cuscinetto per mitigare gli effetti del rincaro delle bollette sulle tasche degli italiani. Forse non ci siamo capiti: altro che cuscinetti! Serve un materasso a triplo strato per evitare ai più deboli di rompersi le ossa con la stangata sulle bollette del gas e della luce.

Ma il Governo nulla può per interferire nelle dinamiche della domanda e dell’offerta globali di materia prima energetica. L’unica voce sulla quale incide è quella dei cosiddetti oneri di sistema a causa dei quali gli italiani pagano salatissimo il chilowattora, tra i più cari al mondo. E se finora con la spesa a famiglia per il consumo dell’energia elettrica ce la siamo cavata con un costo medio annuo di 693 euro (fonte Save on energy) è perché, dal punto di vista climatico, siamo l’Italia e non la Norvegia.

Draghi promette di fare qualcosa? Magnifico. Ma cosa e in quale misura? Occorre che il taglio agli oneri di sistema sia robusto e non una sforbiciata marginale. Siamo consapevoli che una riduzione drastica dei proventi statali dalla tassazione dei consumi energetici non debba provocare un buco nelle casse dello Stato. È dunque necessario che i denari non più prelevati dalle tasche degli italiani a mezzo delle bollette di luce e gas vengano reperiti altrove, tagliando qualche capitolo, inutile, della spesa pubblica. Tanto per dire: una rasoiata al Reddito di cittadinanza, no? È sempre e solo questione di volontà politica: o c’è o non c’è. Ecco perché è importante che i leader della destra non si distraggano nell’inseguire obiettivi al momento superati ma si concentrino sui bisogni immediati degli italiani. Oggi il mitico “fronte del Piave” della quotidiana battaglia che la gente combatte per vivere un’esistenza dignitosa si è spostato dal Green pass alle bollette in arrivo dal prossimo ottobre. Matteo e Giorgia si affrettino a spostare le artiglierie sul nuovo bersaglio. Sennò finisce in una “Caporetto” nel posto sbagliato: nelle urne incombenti delle amministrative.

Aggiornato il 23 settembre 2021 alle ore 09:26