Sondaggi elettorali: “Un indovino mi ha detto”

Le intenzioni di voto degli elettori italiani, che emergono dagli istituti di sondaggi in Italia, presentano degli scostamenti così significativi che fanno sorgere il dubbio, a chi li segue con attenzione, sulla bontà scientifica delle rilevazioni. I dati tra i vari sondaggisti presentano differenze, sulle intenzioni di voto, che parrebbero sposare le “esigenze” di chi ha incaricato di effettuare le indagini. Se la linea editoriale dei media (giornali e televisioni) è orientata verso la coalizione di sinistra o comunque contro l’aggregazione di centrodestra, i risultati del campione degli intervistati risultano essere più favorevoli ai desiderata del committente. Lo stesso avviene per i media che hanno un orientamento politico più favorevole al centrodestra. Anche in questo caso, i risultati sono plasticamente più favorevoli rispetto agli altri istituti di rilevazione.

Le spiegazioni di chi illustra i dati dei sondaggi presentati sulle previsioni “basate su un campione statistico” sono così articolati e pieni di se e di ma che lasciano basiti. Tutte le rilevazioni degli uffici marketing presentano delle variabili che rendono le previsioni sicuramente suscettibili di quello che è definito tecnicamente l’errore statistico. Eppure, il campione statistico di riferimento per tutte le rilevazioni sulle intenzioni di voto dev’essere rappresentativo dell’universo degli aventi diritto a esercitare l’elettorato passivo, compresi gli indecisi e chi ha intenzione di astenersi dal voto.

Le rilevazioni sulle intenzioni di voto dovrebbero essere decisamente più attendibili rispetto alle altre ricerche di mercato, in quanto sono oggetto di monitoraggio continuo e quindi le differenze rilevate dovrebbero rientrare in quel margine di alea tipica di qualsiasi ricerca di tipo quantitativo che motivazionale. Ascoltando i vari sondaggisti nei telegiornali e nei talk-show mi è venuto in mente un libro, che ho letto durante le vacanze di agosto, scritto da Tiziano Terzani e intitolato Un indovino mi ha detto. Nel libro Terzani racconta che un indovino gli aveva pronosticato che se avesse preso un aereo nel 1993 avrebbe rischiato di perdere la vita a causa di un incidente che si sarebbe verificato. Pertanto, per salvarsi la vita non avrebbe dovuto volare per tutto il 1993. Tra il serio e il faceto, decide di astenersi dal viaggiare in aereo. Per raggiungere i luoghi dove il giornale per cui scriveva lo mandava come inviato era costretto a usare, in alternativa, la nave, il treno, l’autobus o l’auto. Così ha viaggiato per decine di migliaia di chilometri in Cina, Thailandia, Cambogia, Singapore. Consultava ovunque nuovi indovini per trovare conferme. Le risposte dei “sensitivi” erano quasi sempre piene di se e di ma.

Come succede oggi nelle rilevazioni fatte dai sondaggisti. Voglio sperare che i sondaggi veri siano quelli “riservati!

Aggiornato il 02 settembre 2022 alle ore 12:41