La sinistra, uscita di testa per i sondaggi demoscopici, nei quali legge il continuo crescere delle preferenze per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, si agita con dichiarazioni sulla stampa estera di tono sempre più diffamatorio. Il fine è evidente: non incidere su quella propensione al voto, poiché gli italiani non leggono la stampa estera, ma creare difficoltà al sempre più probabile capo del governo nell’Unione europea e nel concerto internazionale. Ciò sperando in un “ribaltone” interno eterodiretto, col sostegno di un alleato della coalizione di centrodestra, come avvenne per il primo governo di Silvio Berlusconi con la malaugurata complicità di Umberto Bossi.
In democrazia, è vero, le campagne elettorali non sono passeggiate. Le più accese sono, forse, quelle per le elezioni britanniche. Tutto, però, si svolge all’interno. Nei confronti dei forestieri, i sudditi di Sua Maestà britannica sono tutti uniti per il Regno Unito, qualunque ne sia il governo. Questo è essere patrioti. Invece per la sinistra italiota, no! È sempre disfattista, come si diceva un tempo. Ve li ricordate i sorrisetti scambiatisi tra Nicolas Sarkozy e Angela Merkel su Silvio Berlusconi?
Dietro vi era la continua diffamazione della sinistra sulla stampa estera. Essa, naturalmente, taceva su Carlo De Benedetti e sulla distruzione di un gioiello come l’Olivetti, su Romano Prodi e sulle svendite ad amici nel liquidare le partecipazioni statali, e anche del ruolo di Mario Draghi in quella riunione nascosta sul panfilo Britannia per illustrare a esponenti della finanza e dell’industria forestieri i pregi di quei saldi.
Di contro, Giorgia Meloni è quella borgatara gran signora la quale, da leader dei conservatori europei, e oppositrice del governo in Italia, mai ha detto nulla, in quella sede, dell’Italia, per patriottismo: “I panni sporchi si lavano in casa”. Enrico Letta, Carlo Calenda e altri: vergognatevi! Dai sondaggi demoscopici pare che gli italiani lo capiscano ogni giorno di più.
Aggiornato il 07 settembre 2022 alle ore 10:10
