Francia e Germania hanno siglato un accordo di reciproco sostegno in vista dell’inverno in base al quale Parigi fornirà a Berlino il gas necessario a sopperire alle mancanze interne, mentre dalla Germania arriverà alla Francia l’elettricità di cui ha bisogno. Tutto ciò si aggiunge la corposo piano di efficientamento energetico che le due nazioni hanno varato nelle scorse settimane. Questa notizia, semi-taciuta dai media, è la prova provata di quanto l’Europa sia un concetto che esiste fino a prova contraria: non una politica energetica comune, non una politica estera comune, non una reale politica del debito, non una politica miliare comune.

In comune ci sono sola dazi, gabelle, quote di produzione, regolamenti che incasinano la vita di chi lavora, austerity (con il Covid c’è stata una tregua ma non durerà per molto), soldi dati in prestito e via discorrendo. Qualcuno potrebbe eccepire che senza la Bce e quel famosissimo “Whatever it takes” pronunciato da Mario Draghi in occasione della crisi del 2012, noi saremmo finiti come l’Argentina: noi crediamo invece che cotanta generosità europea servì allora a fare in modo che la crisi speculativa sull’euro e sul debito sovrano non travolgesse tutto il sistema (cosa che incidentalmente salvò anche noi).

Fatto sta che – al netto delle opinioni – ogni qualvolta il gioco si fa duro, Germania e Francia si smarcano e si dimenticano di essere europee. Un modo di agire lecito ma politicamente intollerabile e capace di far vacillare anche il più incrollabile degli europeisti. Dal canto nostro, noi abbiamo le raccomandazioni del piano di risparmio energetico targato Roberto Cingolani: farsi il bidet con l’acqua fredda (tanto quello dura poco), mettersi la maglia della salute fatta da nonna con le babbucce che stanno nel secondo cassetto e poi non esagerare con le docce che non è tempo di farsi belli per uscire a rimorchiare perché la benzina costa troppo. Questa in effetti potrebbe essere considerata una scusante al comportamento tracotante dell’asse franco-tedesco: voi fareste cartello con una nazione fasciolara come l’Italia?

Aggiornato il 08 settembre 2022 alle ore 10:36