Utero in affitto: chi usa i diritti dei bambini per ottenere una sanatoria

giovedì 23 marzo 2023


Dicono di scendere in piazza per i diritti dei bambini, ma in realtà mirano a una legalizzazione surrettizia della maternità surrogata (detta anche “gestazione per altri” o, più brutalmente, “utero in affitto”), in pratica per veder riconosciuto in Italia, automaticamente e de iure, lo status di genitori a entrambi i componenti di una coppia di maschi omosessuali (le coppie di donne gay non hanno ovviamente quasi mai bisogno di un utero estraneo).

Avviene che i bambini nati all’estero con la pratica della maternità surrogata, portata a compimento per conto di una coppia di due omosessuali (di solito maschi), giungono in Italia con un certificato di nascita (e un passaporto) dove i due committenti (maschi) sono entrambi menzionati come “genitori” del bambino. In certi casi (come avviene in alcuni Stati americani) è riportato solo il nome del padre naturale (quello dei due uomini che ha fornito il liquido seminale), mentre quello putativo è ovviamente ignorato, non avendo avuto parte alcuna nel processo.

In quei documenti il nome della donna che si è prestata alla gravidanza spesso non viene menzionato, perché lei stessa non vuole che ne resti traccia, anche perché di solito non ha un legame né genetico né giuridico con il neonato, dato che l’ovulo fecondato è quasi sempre di una donna diversa (destinata anche lei a restare anonima). Avviene dunque che il bambino (che tra l’altro viene subito sottratto alla donna che lo ha partorito, mentre per i cani bisogna aspettare tre mesi) giunge in Italia con un documento che reca una menzione falsa, in quanto anche il secondo uomo della coppia omosex viene menzionato come genitore 2 (o nei casi di indicazione di un solo genitore, sprovvisto di secondo genitore e di madre).

La Cassazione nel 2021 ha salomonicamente stabilito che non siano punibili in Italia i due committenti di una gestazione per altri all’estero. Ma ha aggiunto che, nei casi di coppia omosex, sui documenti italiani debba essere trascritto solo il padre naturale del bambino, indicando la strada dell’adozione “per casi speciali” all’altro componente della coppia omosex, per vedersi riconosciuta la genitorialità putativa. Si tratta di un procedimento che richiede l’assenso di un giudice e che necessita, quindi, di un certo tempo.

“È un procedimento troppo lungo e complicato. Nelle more il bambino resta privo dei diritti nei suoi rapporti con il secondo genitore” gridano alcuni militanti delle organizzazioni gay, i Radicali dell’associazione Luca Coscioni, quelli del Partito Democratico e dei Cinque Stelle. Essi chiedono una legge che ordini la trascrizione automatica sui documenti italiani anche del secondo genitore. La chiedono in nome dei diritti dei bambini, ma il loro vero obiettivo è ottenere una completa sanatoria per la pratica illegale dell’utero in affitto commessa all’estero.

A ben vedere, concretamente, si tratta di “diritti” del secondo genitore come quello di andare a prendere il bambino a scuola o a visitarlo in ospedale. Comunque, parliamo di situazioni ovviabili con deleghe e in ogni caso provvisorie, imputabili all’uso di una pratica illegale in Italia e alla commissione di un reato all’estero e non a una carenza delle leggi dello Stato. La trascrizione automatica avrebbe l’effetto di una sanatoria totale di un reato per una pratica che l’ordinamento giuridico italiano (come quello della maggior parte dei Paesi europei e occidentali, tra cui Francia e Germania) ritiene un vulnus all’ordine pubblico, in quanto configura una grave violazione della dignità personale. E cioè una reificazione sia del bambino – che viene degradato a oggetto di compravendita – sia della donna gestante, che viene sfruttata e usata come mezzo, ridotta alla funzione di un’incubatrice, o appunto di un “utero in affitto”.

Si badi che la profonda immoralità e criminalità di quella pratica non viene sanata dalla supposta gestazione per altri “a titolo gratuito e solidale”, perché oltre alle spese vive (mediche e altro) di solito i committenti sono chiamati a pagare anche i mancati guadagni della gestante per tutto il periodo della gravidanza. Le gestazioni per altri, a titolo gratuito e solidale, sono quindi spesso uno zuccherino destinato a fare ingoiare la medicina amara di una sanatoria surrettizia di un crimine contro la dignità della persona umana, inammissibile in un Paese europeo erede di una plurimillenaria civiltà liberale e cristiana.


di Lucio Leante