Addio presidente

Addio Presidente Berlusconi.

Hai costruito dal nulla il più grande partito conservatore della storia repubblicana.

Sei sopravvissuto per decenni al più feroce massacro mediatico-giudiziario, ordito ai danni di un leader politico di un Paese democratico.

Hai ridato lustro alla parola libertà, ormai appannata sullo scudo crociato della Prima Repubblica, piegato alla retorica della giustizia sociale e dell’egualitarismo redistributivo.

Hai messo a nudo l’ipocrisia di un’Italia governata da cacicchi ed eterodiretta da poteri forti e cancellerie straniere.

Hai ridato prestigio al nostro Paese in campo internazionale osando, persino, tentare l’inserimento della Russia nell’Alleanza Atlantica.

Ora, con la tua scomparsa si entra in un uncharted territory: i parlamentari di Forza Italia, orfani della tua guida e della tua leadership, in Italia e nel Partito popolare europeo, sono già entrati in fibrillazione. Purtroppo con tutti i tuoi meriti, in Forza Italia non è mai crescita una forte classe dirigente da cui far emergere un delfino: si è preferito premiare fedeltà e ubbidienza, invece di carattere e carisma. Il triumvirato nominato poche settimane fa – 3 galli in un pollaio sempre più stretto e litigioso – si presenta già ora instabile e divisivo.

Con la tua scomparsa, assisteremo ad una diaspora dei parlamentari di Forza Italia verso il partito vincente della coalizione ma anche verso nuove aggregazioni, attratti dalle sirene di chi cerca ancora, stretto tra maggioranza e opposizione, una collocazione nel quadro politico del Paese, come Matteo Renzi e Carlo Calenda. Entrambi abilissimi ma improbabili liberali.

Con la fine di questa epoca si spegne anche la speranza di Forza Italia di tornare a conquistare la doppia cifra alle prossime Europee. Toccherà a noi conservatori il compito di mantenere vivi i valori del liberalismo e delle nostre tradizioni.

Aggiornato il 12 giugno 2023 alle ore 14:14