Scontro tra vasi di coccio

In questi giorni l’informazione progressista, se così la vogliamo definire, sta dando molta importanza alle continue schermaglie tra il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico. Di fatto, sembra che gli osservatori di area abbiano scoperto l’acqua calda, rilevando i tanti reciproci smarcamenti che grillini e dem stanno operando da tempo. In realtà, soprattutto da quando il non partito di Giuseppe Conte, alias avvocato del popolo, si è spostato molto a sinistra, invadendo la stessa zona di caccia dello stantio e ondivago radicalismo di Elly Schlein, era inevitabile che prima delle elezioni europee, in cui ognuno corre per sé, ogni forza politica cercasse in tutti i modi di distinguersi rispetto ai diretti concorrenti elettorali.

Tuttavia, è mia convinzione che ad aggravare il contrasto a sfavore del Pd sia proprio l’attuale leadership della Schlein, la quale mostra una crescente difficoltà a trovare un punto di equilibrio tra la sua evidente spinta massimalista e una parte consistente del Pd che ancora sente di rappresentare una forza di natura socialdemocratica, tanto per usare una vecchia ma efficace caratterizzazione. In tal senso, ha buon gioco lo stesso Conte, il quale non perde una occasione per sottolineare le palesi ambiguità in cui si dimena da tempo la segretaria dem; a cominciare dalla guerra in Ucraina e per finire con quella in Medio Oriente.

Ciononostante, sebbene il presidente dei grillini colpisca spesso nel segno in questa sua campagna contro il Pd, resta il fatto che il M5s mantiene la sua imbarazzante inconsistenza programmatica, presentandosi al suo elettorato potenziale come il principale partito del no a tutto, condannandosi di fatto a restare in quel limbo dell’opposizione che in passato era perennemente occupato dai partiti dell’estrema sinistra.

In sostanza, la contrapposizione molto di facciata che contraddistingue le due maggiori forze di opposizione, più che uno scontro tra titani politici, sembra un confronto tra vasi di coccio, tanto per usare una definizione di carattere manzoniano. Una competizione politica tra due debolezze che, proprio per questo, sembrano destinate a sostenersi a vicenda, il cui consenso sommato non pare in alcun modo in grado di mettere in difficoltà quello della coalizione alla guida del Paese. L’esito delle Europee confermerà o meno l’intero ragionamento.

Aggiornato il 08 febbraio 2024 alle ore 09:27