Il campo largo è una patacca

Personalmente non mi stupiscono affatto le vicende che stanno sconquassando il cosiddetto campo largo in Basilicata. Il motivo è molto semplice, al netto delle varie questioni di bottega legate alle prossime Regionali: il campo largo è una patacca, per dirla fuor di metafora. Ma già dopo la batosta rimediata in Abruzzo, nel quale il campo era larghissimo, con la presenza della sinistra moderata, si era capito che i due cardini di questa strana coalizione, Partito democratico e Movimento 5 stelle, non erano assolutamente in grado di gestire un rassemblement che abbia almeno qualche elemento unificante. Senza poi considerare che la seconda forza dello stesso campo largo, i grillini di Giuseppe Conte, risultano ancora piuttosto inaffidabili per un progetto politico di lungo corso, data la loro proverbiale volubilità. Il Pd di Elly Schlein, poi, dopo la sua virata tutta a sinistra, sembra l’ombra di quel partito che ambiva ad allargare verso il centro moderato la sua influenza. Di fatto, con l’attuale direzione, i dem tendono a coprire lo spazio delle proprie estremità radicali, mettendo continuamente in crisi i rapporti, non solo con i moderati del Terzo polo ma anche con gli stessi grillini.

Tant’è che, contestando platealmente il successo incassato da Giorgia Meloni in Egitto, con la stipula di un importante accordo tra l’Unione europea e il Paese nordafricano per il controllo del traffico migratorio, i pentastellati, notoriamente ostili all’immigrazione clandestina, non sembrano averla presa molto bene. Per non parlare poi della questione nodale della giustizia, in cui si va dal garantismo di Italia viva alla linea ultra-manettara dei grillini, passando per un Pd da sempre nel ruolo del pesce in barile quando di tratta di affrontare la sempre più necessaria riforma del settore.

In sostanza, codesta accozzaglia di forze politiche, ancor più eterogenea delle coalizioni in stile arlecchino guidate in passato da Romano Prodi, può anche riuscire a battere il centrodestra in una elezione locale, come accaduto in Sardegna per una sorta di autogol da parte di Fratelli d’Italia. Tuttavia, sul piano nazionale la oramai storica compattezza dello stesso centrodestra, in cui il suo elettorato potenziale si sposta da un partito all’altro ma non trasmigra, diventa un ostacolo insormontabile per chi si presenta sotto le insegne di una novella armata Brancaleone.

Aggiornato il 20 marzo 2024 alle ore 09:43