Direttore ARTURO DIACONALE
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Giovedì 7 Febbraio 2013
delle Libertà
La“sola”ai tedeschi dei magliariMonti e Bersani
assimo D’Alema si è infilato
per un attimo nei vecchi
panni di Alberto Sordi ed ha de-
finito la proposta sull’Imu di Sil-
vio Berlusconi una “sola”. Ma la
vera “sola” in circolazione è quella
che, prima Mario Monti e succes-
sivamente Pier Luigi Bersani, sono
andati a presentare in Germania
ai componenti del governo di An-
gela Merkel. Questa “sola” è rap-
presentata dalla assicurazione che
dopo le prossime elezioni solo un
governo formato dai neo-centristi
e dal Partito democratico sarà in
grado di dare quella stabilità al-
l’Italia che le principali cancellerie
dell’Europa del Nord considerano
M
indispensabile per salvare l’euro
ed i rispettivi interessi nazionali.
Per illustrare la “sola” di Mon-
ti e Bersani ancora una volta serve
la citazione di Alberto Sordi. I due
esponenti politici italiani, infatti,
si sono comportati come il perso-
naggio interpretato dall’attore ro-
mano nel film “I magliari”. Han-
no messo nella loro metaforica
valigia di cartone una serie di stof-
fe fasulle spacciate come pregiate
e si sono recati nella terra dei
crucchi con l’intento di vendere al
meglio la loro merce scadente
puntando sulla dabenaggine con-
genita dei possibili acquirenti.
Può stupire che l’algido profes-
sore della Bocconi si comporti co-
me un furfantello meridionale de-
gli anni ‘50. E si può rimanere
perplessi di fronte all’idea che un
emiliano di scuola post-comunista
possa mettersi ad imitare non i
bagnini romagnoli degli anni ‘60
ma i “sola” romani della stessa
epoca. È un fatto indubitabile, pe-
rò, che Monti e Bersani sono an-
dati in Germania a vendere un
prodotto taroccato. La loro assi-
curazione di poter dare vita ad
una coalizione di governo stabile
costituisce una truffa bella e buo-
na. Può essere che i tedeschi ci ca-
schino perché si rifiutano di co-
noscere a fondo la realtà politica
italiana o perché fa loro piacere e
comodo scoprire di avere dei vas-
salli in quello che continuano a
considerare il Bel Paese del Sacro
Romano Impero. Ma quello che
Monti e Bersani hanno apparec-
chiato ai loro danni è una auten-
tica “magliarata”. All’indomani
del voto assisteranno compiaciuti
alla formazione di un governo di
coalizione da parte dei loro vas-
salli italiani. Ma ben presto, come
capitava ai tedeschi truffati dai
magliari con le stoffe taroccate,
alla prima pioggia l’abito del go-
verno spacciato per solido si in-
feltrirà...
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2
Restituzione dei fondi: i Radicali restano da soli
estituire i fondi dei gruppi
consiliari alle casse della re-
gione Lazio? “Ma de che?”, per
dirla alla romana. A cinque lun-
ghi giorni dalla conferenza stam-
pa con cui i candidati radicali alla
regione Lazio, in primis i due
uscenti boicottati da Zingaretti,
Giuseppe Rossodivita e Rocco
Berardo, hanno presentato alla
stampa la copia del bonifico con
cui i Radicali italiani hanno re-
stituito alla regione Lazio i
360
mila euro dei fondi avanzati
tra quelli messi a suo tempo a di-
sposizione del loro gruppo, nes-
suno dei partiti che si contenderà
la fiducia degli elettori laziali ha
R
ancora seguito il loro esempio.
Né dato segnali di vita intelligen-
te all’appello-sfida lanciato pro-
prio dai radicali a imitare il gesto
che di per sè potrebbe essere un
ottimo segnale a chi pensa che or-
mai la politica sia solo una lurida
occasione di arricchimento. L’at-
mosfera è quella dei fumetti di
Asterix quando i romani cerca-
vano un volontario per fare a
botte con Obelix: tutti fischietta-
no. Rivisto con il senno di poi,
anche il mancato accordo con il
Pd romano di Zingaretti potrebbe
essere letto sotto questa luce, in-
vece che con pretese e pretestuose
parole d’ordine di rinnovamento
del personale politico. E anche le
polemiche per il mancato accordo
tecnico con Storace sanno di ma-
lafede allo stato puro.
È dura negare la circostanza
che avere in coalizione persone
intransigenti e concretamente
coerenti come Rossodivita e Be-
rardo avrebbe potuto creare non
pochi problemi a un partito che
ha inteso fare repulisti a modo
suo degli ex consiglieri alla regio-
ne: candidandoli, spesso insieme
alle rispettive consorti, nelle liste
bloccate di Camera e Senato.
Incredibile, se non assordante,
anche il silenzio di Bersani in ma-
teria: non una parola neanche ora
che i radicali hanno restituito
quei soldi.
Un partito che inonda, come
gli altri, Roma di manifesti an-
che in spazi di affissione abusiva
con slogan tipo “L’Italia giusta”,
trova “giusto” fare finta di niente
e neanche rispondere su dove sia-
no finiti i soldi “avanzati” dei
gruppi del consiglio regionale?
O anche solo quelli del gruppo
del Pd?
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2
di
DIMITRI BUFFA
Nessuno dei partiti
che si contenderanno
la fiducia degli elettori
laziali ha ancora seguito
l’esempio dei Radicali,
che hanno restituito
i 360mila euro dei fondi
avanzati tra quelli messi
a disposizione del loro
gruppo in Regione
di
ARTURO DIACONALE
Il governo tedesco
farebbe bene a non farsi
abbindolare dai nuovi
magliari provenienti
dall’Italia. E gli italiani
farebbero ancora
meglio a smascherare
chi torna a rappresentarli
all’estero come degli
inguaribili imbroglioni
Vendola, sedotto e abbandonato?
K
Pier Luigi Bersani, Mario
Monti e Nichi Vendola: questa triango-
lazione, che riaffiora quasi quotidiana-
mente nei meandri di questa
tumultuosa campagna elettorale, turba
da settimane i sonni degli anti-berlu-
sconiani di ogni latitudine. A Berlino il
leader del Pd aveva lanciato un mes-
saggio di pace al premier uscente. Pa-
ventando quell’alleanza post-elettorale
che proprio secondo il Cavaliere do-
vrebbe essere il motivo principale per
non dare il proprio voto ai “centrini”.
Impaurito dalla possibilità di essere
sedotto e abbandonato” subito dopo
il voto, Vendola (per una volta) non usa
giri di parole. «Bersani non rompa l’al-
leanza». Allora il segretario democra-
tico ricuce prontamente: «Il mio polo è
il mio polo e che nessuno lo tocchi. A
partire da lì sono pronto a discutere».
Così, per ora, l’ultima puntata di que-
sta soap opera sembra terminata. Ma
c’è da scommetterci: fino al giorno del
voto gli elettori non leggeranno la pa-
rola “fine”. E a goderne, ancora una
volta, potrebbe essere il solito Cava-
liere Nero.