Page 1 - Opinione del 27-10-2012

Direttore ARTURO DIACONALE
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Sabato 27 Ottobre 2012
delle Libertà
Berlusconi, condanna già scritta
Il Cavaliere è stato condannato in primo grado a quattro anni per frode fiscale nel processo
sui diritti televisivi di Mediaset. I pm avevano chiesto 3 anni e 8 mesi. Assolto Fedele Confalonieri
Al centro cattolicomanca laChiesa di riferimento
Primarie Pdl,non è ilmomentodi essere“choosy”
Altro che riforme, contano sologli interessi di parte
l Terzo Polo è miseramente fallito.
L’Udc di Pierferdinando Casini,
malgrado la sovraesposizione me-
diatica, non riesce a conquistare un
solo consenso tra la massa dei vec-
chi elettori del centro destra delusi
dal Pdl. I centristi di Todi 2 , da
Riccardi a Bonanni, e lo stesso mo-
vimento di Italia Futura di Luca
Cordero di Montezemolo non sem-
brano avere quella spinta propul-
siva che li dovrebbe trasformare nel
punto di aggregazione centrale del-
l’intera area dei moderati e rischia-
no di vedere le proprie grandi am-
bizioni finire affogate in una
marginalizzazione mortificante. Il
tutto quando le condizioni politiche
I
generale sembrerebbero le più fa-
vorevoli non tanto al trionfo delle
forze intermedie quanto alla loro
trasformazione nell’asse centrale
dell’intero schieramento del centro
destra e della non-sinistra. Perché,
in altri termini, gli elettori delusi
del vecchio fronte moderato, so-
prattutto ora che Silvio Berlusconi
ha deciso di uscire di scena, non si
dirigono verso Casini, verso Ric-
cardi e Bonanni, verso Montezemo-
lo ma o rimangono in una posizio-
ne di irosa astensione o si
aggrappano alla protesta inutile di
Beppe Grillo? Le risposte possono
essere molteplici. Ma quella che for-
nisce la spiegazione più convincente
tira in ballo il ruolo della Chiesa in
Italia. Dall’epoca del partito unico
dei cattolici e del cosiddetto “regi-
me democristiano” , in Italia il cen-
tro politico viene inevitabilmente
identificato nell’area cattolica. Non
quella dei semplici fedeli, che vota-
no secondo la propria coscienza
personale e si distribuiscono senza
eccezioni di sorta tra tutti i diversi
soggetti politici del paese. Ma quel-
la dei militanti delle organizzazioni
cattoliche. Di quelle dell’associazio-
nismo a quelle del sindacato e delle
altre forze sociali. Che rispecchiano,
rivendicandolo come tratto carat-
terizzante e nobilitante, gli orienta-
menti e gli insegnamenti della Chie-
sa . L’Udc di Casini non riesce ( e
non vuole ) togliersi di dosso la
propria etichetta di partito post-de-
mocristiano. Il ministro Riccardi è
l’espressione della Comunità di
Sant’Egidio e di una parte del vo-
lontariato cattolico. Bonanni è il se-
gretario della Cisl, il sindacato da
sempre portatore della dottrina so-
ciale della Chiesa e cinghia di tra-
smissione di alcuni settori ( o cor-
renti) prima della Dc e poi delle
componenti cattoliche della sinistra.
E Montezemolo, che pure non pro-
viene da questa storia e che non ha
nulla a che fare con questa tradi-
zione e questa cultura (...)
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2
a doppia mossa di Berlusconi
(
ritiro e primarie) era l’unica
possibile, necessaria anche se non
sufficiente, per tentare di rianimare
il Pdl e rifondare il centrodestra.
Ora occorre che siano primarie cre-
dibili: le più aperte possibili nelle
regole, per attirare il maggior nu-
mero di elettori, non solo i militan-
ti, e candidature estranee alla no-
menclatura del partito; che non
siano le vecchie facce a infestare tv,
radio e giornali, monopolizzandone
la comunicazione; e che si confron-
tino linee politiche davvero diffe-
renti, perché il Pdl, e un ipotetico
nuovo centrodestra, ha urgente bi-
sogno di sciogliere la matassa or-
L
mai indistinguibile della sua politica
economica, il cui bandolo negli an-
ni si è perso, tra la mutazione del
tremontismo e veri e propri rigur-
giti assistenzialisti. I deputati del
Pdl in Commissione Lavoro (con
la sola eccezione di Cazzola) hanno
votato, insieme al Pd, un aumento
delle tasse per sussidiare gli esodati.
Come dimostra l’agguerritissima
corsa nel centrosinistra, le primarie
fanno bene ai partiti che le orga-
nizzano. Il Pd ci ha guadagnato: in
centralità nel dibattito politico, mo-
bilitazione della propria base, inte-
resse suscitato nell’elettorato po-
tenziale e, dunque, anche qualche
punto nei sondaggi. Anche se per-
sonalità e gruppi esterni decidessero
di non prendervi parte, e dovessero
quindi ridursi ad un confronto in-
terno, praticamente un congresso
di 6-7 settimane, le primarie non
potranno nuocere al Pdl più dell’at-
tuale immobilismo. Per questo, per
chi ambisce a liquidare il Pdl, o a
rinnovare il centrodestra, restare a
guardare potrebbe rivelarsi politi-
camente costoso. La diffidenza è
comprensibile, ma il definitivo pas-
so indietro di Berlusconi e le pri-
marie tolgono molti alibi ai vecchi
e nuovi attori troppo “choosy”.
Rappresentano una indiscutibile
novità e opportunità di rinnova-
mento, sia della struttura sia del ce-
to politico del centrodestra. Si può
diffidare delle reali intenzioni del
Pdl, ma se la precondizione per
l’avvio di qualsiasi dialogo era il ri-
tiro di Berlusconi e la contendibilità
della leadership, ora bisogna alme-
no sedersi al tavolo per andare a
vedere le carte. C’è il tatticismo esa-
sperato di Casini, che però a forza
di aspettare il cadavere del Pdl pas-
sare, potrebbe morirci sulla riva del
fiume. E c’è la preoccupazione le-
gittima di chi vuole presentarsi co-
me novità assoluta (vedi Fermareil-
declino e Montezemolo) di non
sporcarsi le mani con un ceto po-
litico ormai compromesso.
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2
sservando il teatrino della po-
litica, in cui lo specchietto per
le allodole delle primarie sembra
prendere sempre più campo, il mio
pessimismo circa la possibilità di
un sostanziale cambiamento tende
ad ampliarsi. E se da un lato i passi
indietro annunciati e le rottama-
zioni invocate sembrano rinvigo-
rire le speranze di chi crede in una
politica nuova, ciò che avviene in
Parlamento conferma invece la ne-
fasta propensione dei partiti ad
una forma di irresponsabilità di
stampo greco. Tanto è vero che
quasi all’unanimità, con un mici-
diale uno due, i partiti di maggio-
ranza e di opposizione hanno pri-
O
ma bloccato il provvedimento del
governo sull’aumento di 6 ore di
lavoro settimanali per gli insegnan-
ti, per poi approvare - sempre in
coro - uno scellerato dispositivo in
Commissione Lavoro della Came-
ra con il quale, sostanzialmente, si
amplia la già onerosa finestra dei
cosiddetti esodati. E proprio su
quest’ultimo aspetto occorre sot-
tolineare che per coprire i costi di
una simile operazione, si parla di
circa 10 miliardi di euro in totale,
Pd, Pdl e Udc non si sono fatti al-
cuno scrupolo di inserire un ulte-
riore contributo aggiuntivo del 3%
sui redditi alti (roddoppiando quel-
lo attuale) e, dulcis in fundo, un
eventuale inasprimento delle accise
sui tabacchi, qualora servisse a tap-
pare la falla. Quindi, al di là delle
chiacchiere e dei richiami retorici
al senso di responsabilità, quando
si tratta di acchiappare fette di
consenso col vecchio trucco di re-
galare “caramelle” ad una platea
circoscritta di cittadini, spalman-
done nel modo più occulto possi-
bile i costi sull’intera collettività,
i partiti trovano immediatamente
il modo di compattarsi in blocco.
Ora, a parte gli statalisti profes-
sionali del Pd e i membri di un
partito allo sbando come il Pdl,
stupisce molto che l’Udc di Casini,
il quale da quando c’è Monti al
governo non fa che lanciare richia-
mi al senso di responsabilità delle
forze politiche, si trovi sempre in
prima linea quando c’è da affos-
sare qualche pur blando provve-
dimento teso a tagliare la spesa
pubblica. Evidentemente, al netto
di tali richiami, anche l’ex presi-
dente della Camera, al pari dei
suoi sconsiderati membri del vasto
partito trasversale del deficit spen-
ding, non sembra aver compreso
la drammatica situazione che sta
vivendo il paese, soffocato da un
regime politico-burocratico che sta
portando il sistema economico
verso il collasso.
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di
ARTURO DIACONALE
Perché gli elettori delusi
del vecchio fronte
moderato non si
dirigono verso Casini,
Riccardi e Bonanni
oMontezemolo
ma rimangono
in una posizione
di astensione o si
aggrappano a Grillo?
di
FEDERICO PUNZI
La diffidenza
è comprensibile,
ma il definitivo passo
indietro di Berlusconi
e le primarie tolgono
molti alibi ai vecchi
e nuovi attori troppo
choosy”.
Rappresentano
una indiscutibile novità
di
CLAUDIO ROMITI
Hanno prima bloccato
il provvedimento
del governo
sull’aumento di 6 ore
di lavoro settimanali
per gli insegnanti, per poi
approvare uno scellerato
dispositivo con il quale
si amplia la finestra
dei cosiddetti esodati