L’Iran e le minacce all’Occidente

Durante la giornata del 22 luglio il ministero dell’Intelligence del regime iraniano ha diffuso tramite la televisione di Stato di aver scoperto e bloccato un’operazione di spionaggio organizzata dalla Cia in cui le presunti spie erano “impiegate in centri sensibili e vitali del settore privato, nelle aree nucleari, militari e cibernetiche”.

Numerosi i sospettati, alcuni dei quali, 17 persone, sono stati condannati alla pena capitale. L’arresto dei sospettati risale ad alcuni mesi fa e non sono stati comunicati alla stampa e alle agenzie i nome dei detenuti. Alcune notizie giungono da una recente conferenza stampa dove è stato annunciato che uno degli arrestati è il direttore del dipartimento di controspionaggio del ministero dell’Intelligence iraniano. Dal ministero è stato anche annunciato che tali figure non sono riuscite a passare informazioni o a raccogliere materiale sensibile da consegnare agli Stati Uniti.

Intanto, aumentano le tensioni tra Regno Unito e Iran esplose ad inizio luglio quando i Royal Marines sequestrarono vicino Gibilterra una petroliera iraniana, denominata “Grace 1”, che trasportava petrolio verso la Siria violando le sanzioni dell’Unione europea. In risposta al sequestro, l’Iran ha subito minacciato di sequestrare una petroliera britannica. Il 9 luglio, il Regno Unito ha elevato il grado di minaccia nella navigazione nelle acque iraniane nel Golfo a “critico”, il livello più alto. Il 19 luglio il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica ha annunciato la cattura della petroliera britannica “Steno Impero” nello Stretto di Hormuzper non aver rispettato il diritto internazionale”. Jeremy Hunt, ministro degli Esteri britannico, in occasione degli avvenimento dichiarò: “Questi sequestri sono inaccettabili, è essenziale che la libertà di navigazione sia mantenuta e che tutte le navi possano muoversi in sicurezza e liberamente nella regione”.

Per Richard Weitz, analista esperto di sicurezza della società “Wikistrat”, ha ribadito che: “Questa è solo l’ultima di una serie di mosse sub-convenzionali provocatorie”. Il 21 luglio il ministro degli Esteri iraniano Zarif ha ribadito che solo con “prudenza e lungimiranza” sarà possibile superare le tensioni tra il suo Paese e la Gran Bretagna. Lo stretto di Hormuz è uno snodo cruciale per i flussi petroliferi e la minaccia iraniana d’interrompere tale passaggio appare come una minaccia a tutto l’Occidente.

Abbiamo certamente la capacità di farlo, ma non vogliamo farlo perché lo Stretto di Hormuz e il Golfo Persico sono la nostra ancora di salvezza”, ha dichiarato il ministro degli Esteri della Repubblica islamica Mohammad Javad Zarif in un’intervista con Bloomberg a New York, aggiungendo che “deve essere protetto. Abbiamo un ruolo importante nel garantirlo e deve essere sicuro per tutti”.

Ricordiamo che circa un terzo del greggio e dei carburanti trasportati in mare passano attraverso lo Stretto di Hormuz. Durante i mesi di maggio e giugno, sei petroliere sono state attaccate nella regione. L’Iran è il principale sospettato, con tanto di prove satellitari e fotografiche degli attacchi, ma la repubblica islamica ha negato ogni responsabilità. “È pericoloso perché è molto affollato. Percepiamo il pericolo ed è per questo che vogliamo evitare una pericolosa escalation, ma non possiamo rinunciare a difendere il nostro Paese”, ha ribadito Zarif.

Secondo molti economisti iraniani, se non si sblocca la situazione tra pochi mesi l’Iran sarà in ginocchio. Con l’amministrazione Trump determinata a tirare diritto nella campagna anti-Iran, Teheran continua a sperare solo nell’Europa e nelle possibilità di commercio con il Vecchio Continente. Dietro la guerra delle petroliere nello stretto di Hormuz, e lo scontro in atto tra Usa e Iran, è facile intravedere una strategia confusa e pericolosa, una sfida esistenziale per la Repubblica Islamica che, come annunciato dai dissidenti democratici iraniani riuniti in Albania nel “Camp Ashraf 3”, rischia di crollare nel giro di pochissimo tempo.

Aggiornato il 23 luglio 2019 alle ore 10:44