Usa: i voti ci sono, ma l’America è senza presidente

Non una super conta, ma una guerra di numeri. Elezioni Usa con valanghe di voti, ma ancora senza un presidente. Mai accaduto prima. Donald Trump non ci sta e dichiara: “Abbiamo vinto”. Ma l’avversario di cera, Joe Biden, si rifiuta e pretende la conta dei voti postali, così che la proclamazione sarà rinviata per giorni e ci sarà tutto il tempo di polemiche, risse e, chissà, forse anche di ribaltamenti poco chiari. Un vulnus alla democrazia americana senza precedenti. Chi ha assistito in diretta alla lunga notte elettorale ha assistito alla prima elezione della storia americana ritoccata. Al punto che alle sei di mattina, non essendoci ancora un vincitore proclamato, Joe Biden ha rilasciato una dichiarazione furbesca: “La notte è stata lunga, stiamo andando bene, ma andrà contato ogni singolo voto”. Con questa frase l’ammaccato sfidante democratico ha lasciato intendere di voler attendere il voto postale, quella conta lunga, faticosa e piena di rischi che finora non aveva mai pregiudicato la proclamazione. A questo punto dalla Sala ovale, dove il presidente è riunito con la famiglia, lo staff e 250 invitati, Donald Trump ha replicato repentino con un tweet: “Stanno provando a rubarci l’elezione. Non lo permetterò”, ha cliccato per rassicurare l’elettorato. Ma, incredibile eppur vero, il tweet è stato rimosso, perché il contenuto è stato ritenuto “infondato”. Ora voi capite che queste non sono elezioni normali, ma sono le prime elezioni con censura e “truffa”, secondo il presidente bloccato.

Ma Donald Trump è il maciste che ci voleva per questa sfida di fuoco e niente affatto turbato si è presentato dalla Casa Bianca per un annuncio che resterà negli annali: “Siamo andati come un fiume”, ha attaccato Trump sciorinando numeri e percentuali. “Abbiamo vinto in Georgia, in Florida, in Texas con risultati incredibili. Abbiamo vinto in Pennsylvania con il 74 per cento, in Michigan con l’85 per cento, in Ohio con l’81 per cento, in North Carolina con 76 mila voti. In Arizona ancora non ci danno il voto, ma lì lo chiamano il “territorio di Trump”. Con questi risultati è fatta. Noi abbiamo vinto le elezioni. Ma è una gran truffa, la più grande frode al pubblico americano. Per noi è finita, non ci sarà nessun’altra conta. O abbiamo vinto o andremo davanti alla Corte Suprema, dove già sapevo che saremmo arrivati. Non vogliamo che trovino altri voti, perché noi abbiamo vinto le elezioni americane”.

Non era mai accaduto che un presidente si autoproclamasse vincitore contro lo sfidante, quel Joe Biden spocchioso, che sicuro del vantaggio dei sondaggi non vuole incassare l’esito notturno. Una rimonta e probabilmente il sorpasso. Nel suo quartiere era tutto pronto per i festeggiamenti, ora regna un vuoto pesante e minaccioso. Le strade delle città sono pattugliate da decine di camion con poliziotti armatissimi, mentre portoni e negozi sono blindati in previsioni di scontri duri. Donald Trump non appare colto di sorpresa, non si stupisce che di fronte a un risultato positivo i democratici avrebbero cercato tutte le strade per rimescolare le carte ed è pronto alla sfida totale. Non è critica, è la cronaca della lunga notte degli inganni. E chi l’ha seguita in diretta non potrà dire altrimenti. Su Rete 4, Nicola Porro ha condotto uno speciale dalla mezzanotte fino alle sei con ospiti in studio, tra cui oltre ai corrispondenti e oltre a Daniele Capezzone e Vittorio Sgarbi, erano schierati il duo Maria Giovanna Maglie e Paolo Guzzanti, i quali con Porro alla mappa hanno seguito le assegnazioni numero per numero.  E cosa è accaduto? Che mentre dalle reti Usa a Biden venivano dati per certi stati solo con il 4 per cento dei voti scrutinati, a Trump non erano assegnati neppure quelli con maggioranze decisive. Non solo, a un certo punto si è diffuso che perfino in California, lo stato storicamente democratico, Trump avesse registrato un dato incredibile se non addirittura un sorpasso. Ne hanno dato notizia sia Guzzanti e sia la Maglie, storditi. Ma euforia e subito amaro. Come per l’Arizona, dove l’informazione ha quasi censurato i cento chilometri di sostenitori del presidente per ore in fila con bandiere e cartelli. Esito finale tenuto in bilico. Un fatto unico. Tuttavia, chi ha vinto e chi ha perso è già chiaro. Hanno perso i sondaggisti e moralmente ha vinto Trump, che ha fermato l’onda rossa. Ma per questi democratici i numeri sono solo quelli loro.

Aggiornato il 04 novembre 2020 alle ore 11:42