Il salmone come patrimonio costituzionale dell’Alaska

Il periodo migliore per consumare il salmone dell’Alaska parte con il mese di maggio. La pesca del salmone selvaggio è autorizzata tra maggio e ottobre, perciò sicuramente il prodotto è di primissima qualità. Tuttavia, importante è ribadire che negli altri mesi il salmone lo troviamo congelato, ma su tale punto l’agenzia Alaska Seafood rassicura tutti: la tecnica di conservazione garantisce l’assoluta integrità al pari del prodotto fresco.

Il salmone ha carni sode e saporite ricche di omega tre e vitamine. Sono davvero molti i nutrizionisti che da sempre suggeriscono di mangiare salmone a coloro che hanno carenza di vitamina D oppure necessitano di selenio. Il salmone ha proprietà antiossidanti indiscutibili e grazie alla Costituzione dello Stato dell’Alaska ha una vera e propria etichetta sostenibile.

La Costituzione dello Stato d’Alaska precisa che “i pesci e tutta la fauna ittica dovranno essere utilizzati, sviluppati e conservati secondo i principi dell’eco-sostenibilità”. La pesca è rigidamente controllata in ogni sua fase: dalle zone, alle licenze (è consentita solo a chi ha ricevuto una licenza da un altro pescatore, che la cede, in quanto non vengono rilasciate nuove licenze), alle modalità di pesca (no allo strascico), fino alle reti (devono galleggiare ed essere realizzate con maglie a più filamenti per essere più visibili e costantemente controllate). Infatti, la quantità del pescato stagionale, nel periodo migliore per il suo consumo, garantisce le riproduzioni future.

Mangiare il salmone nel periodo migliore indicato aiuta anche a sostenere lo Stato dell’Alaska nella promozione e diffusione delle politiche di sostenibilità e tutela della pesca, del patrimonio liquido locale e del mare. D’altronde, il salmone dell’Alaska si nutre esclusivamente di ciò che offre il suo territorio di caccia. L’Alaska è una delle ultime roccaforti del salmone selvaggio e le sue acque ospitano le popolazioni di salmone selvaggio più grandi e più sane del pianeta.

La denominazione salmone selvaggio dell’Alaska raggruppa cinque specie che nascono nei fiumi cristallini dell’Alaska per poi trascorrere la vita adulta nell’Oceano Pacifico del Nord. I salmoni dell’Alaska, come le loro controparti atlantiche, sono anadromi: nascono e vivono la prima parte della loro vita in acqua dolce, prima di trasferirsi in acqua salata per crescere e maturare. Al termine della vita, tornano al fiume dove sono nati per deporre le uova e poi morire.

A differenza dell’Oceano Atlantico, dove esiste una sola specie di salmone (il salmo salar), nel Pacifico del Nord sono presenti sei specie di salmone e cinque di esse sono oggetto di pesca commerciale in Alaska. Le cinque specie locali sono: il salmone argentato, il salmone rosso, il salmone rosa, il salmone Keta e il salmone Reale.

Aggiornato il 28 maggio 2021 alle ore 11:45