Un nuovo regolamento per i sussidi esteri

La Commissione europea il 5 maggio 2021 ha proposto un nuovo regolamento per affrontare i potenziali effetti distorsivi della concorrenza causati dalle sovvenzioni e sussidi di Paesi terzi. Alla luce delle interconnessioni che caratterizzano oggi l’economia mondiale, le sovvenzioni estere possono, infatti, provocare distorsioni nel mercato interno dell’Ue e compromettere la parità di condizioni della concorrenza. La proposta fa seguito al Libro bianco, presentato il 17 giugno 2020, nel quale si era affrontato il problema del numero sempre crescente di casi in cui le sovvenzioni estere sembrano agevolare l’acquisizione di imprese dell’Ue, influenzare altre decisioni di investimento o viziare il comportamento di mercato dei loro beneficiari. Nel Libro bianco, pertanto, erano state presentate alcune possibili soluzioni e sulle quali si è poi svolto un ampio ciclo di consultazioni dei principali portatori di interessi, fino al 23 settembre 2020.

Si tratta di un tema oggi sempre più sentito, in quanto gli scambi commerciali rappresentano quasi il 35 per cento del Pil dell’Ue (circa 35 milioni di posti di lavoro) dipende dalle esportazioni. Grazie a un mercato unico forte, aperto e competitivo, le imprese dell’Ue possono operare e competere a livello mondiale. Tanto più che la crisi da Covid-19, ha messo in luce le fragilità europee e, in particolare, la sua dipendenza dai Paesi terzi per le materie prime e il settore farmaceutico. Inoltre, a seguito dell’effetto virus gli Stati membri dell’Ue hanno fornito e concedono ingenti aiuti d a sostegno delle singole imprese e dell’economia dell’Ue, nel suo insieme aiuti che, in questa situazione, costituiscono uno strumento indispensabile, a disposizione delle autorità pubbliche. Tuttavia, mentre gli aiuti concessi dagli Stati membri sono soggetti a un attento esame previsto dalla legislazione comunitaria al fine di garantirne la proporzionalità e ridurne al minimo dei potenziali effetti distorsivi sulla concorrenza, le sovvenzioni concesse dai Governi non-Ue rimangono in gran parte incontrollate.

La proposta di regolamento della Commissione, che il Parlamento europeo e gli Stati membri dovranno discutere e adottare nel contesto della procedura legislativa ordinaria, mira dunque a ridurre questo vuoto normativo delle disposizioni comunitarie. In base alla suddetta proposta di regolamento, la Commissione avrà il potere di controllare i contributi finanziari e le sovvenzioni concessi dalle Autorità pubbliche di Paesi terzi a vantaggio delle imprese che svolgono un’attività economica nell’Ue, attraverso uno strumento “investigativo” a tre livelli, che prevede, quanto segue. La previsione di una notifica per monitorare le concentrazioni che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non facente parte dell’Ue, in cui il fatturato Ue della società da acquisire (o di almeno una delle parti partecipanti alla fusione) è pari o superiore a 500 milioni di euro e il contributo finanziario estero è di almeno 50 milioni di euro. La notifica è necessaria ove le offerte, nel quadro di appalti pubblici che comportano un contributo finanziario da parte di un governo non Ue, se il valore stimato dell’appalto è pari o superiore a di 250 milioni di euro.

In ultimo, un generale potere “d’ufficio” per esaminare qualunque situazione di mercato degna di essere valutata: si tratta di uno strumento di ampio respiro che copre tutte le eventuali sovvenzioni estere concesse nel corso del decennio precedente, comprese quelle inferiori alle soglie di notifica relative alle concentrazioni e agli appalti pubblici. La notifica, in entrambi i casi, dovrà essere ex ante, in attesa dell’esame da parte della Commissione, avrà effetti sospensivi sull’operazione di concentrazione o sull’aggiudicazione dell’appalto. In caso di assenza di relativa opportuna comunicazione la Commissione potrà infliggere ammende e riesaminare l’operazione, come se non fosse stata notificata. Sebbene ciascuno di questi tre strumenti investigativi abbia ambiti di applicazione diversi, la Commissione vaglierà: l’esistenza di una sovvenzione estera, l’esistenza di una distorsione di mercato provocata dalla sovvenzione, gli effetti negativi sul mercato Ue.

Se l’obiettivo della nuova politica economica dell’Unione europea tende all’autosufficienza strategica, questa ultima non può prescindere dall’eliminazione degli effetti devianti della concorrenza, prodotti dalle imprese che ricevono aiuti pubblici da Stati extra-europei. La probabile prima indiziata è la Cina, superpotenza rispetto alla quale l’Ue, che sta applicando una manovra di raffreddamento; il nuovo regolamento è dunque parte di questa manovra, che contempla anche un riesame del  dossier sull’accordo di dicembre sugli investimenti Ue-Cina. La proposta sui sussidi esteri, riflette in ogni caso, la consapevolezza dello sforzo normativo volto ad assicurare il level playing field all’interno del mercato unico: questo non può che essere viziato irrimediabilmente da elementi distorsivi dall’esterno, il livello di scrutinio dovrà essere analogo a quello proprio delle imprese destinatarie a sussidi all’interno dell’Unione.

Aggiornato il 03 agosto 2021 alle ore 10:05