Il Golpe inglese dell’accordo Aukus

Italia ed Europa hanno accolto con comprensibile contrarietà l’accordo Aukus. Insieme al risentimento, serviva però anche un ripensamento sul proprio ruolo rispetto alle alleanze internazionali. Quanto al ribaltamento della gara sui sommergibili per l’Australia, che saranno forniti dagli Usa e non più dalla Francia, si dovrebbe pensare anche al fattore tecnico, soprattutto agli armamenti in dotazione.
Invece le fregate Fremm costruite nei cantieri liguri di Sestri Levante e La Spezia sono certamente al top nel mondo ma, al contrario di quanto sostiene Alberto Negri sul Manifesto, la “mancata fornitura non c’è stata, vedremo come.

La Ue ha un problema di relazioni pubbliche?

Lucio Caracciolo (Limes) sottolinea che nel caso Aukus, al di là dei gridi di dolore e del richiamo degli ambasciatori da parte francese, l’Europa dimostra di navigare sulla Luna, priva com’è di un progetto geopolitico globale. Soprattutto l’Europa si dimostra ambigua nelle sue partnership internazionali. Non sempre questo atteggiamento ondivago può essere considerato “indipendenza e autonomia”. Recep Tayyip Erdoğan insegna che giocare contemporaneamente su due fronti opposti può essere utile, ma è anche vero il contrario. Stare nel Patto Atlantico facendo accordi con russi e cinesi nel campo commerciale, logistico ed energetico, e con ambiguità nel confronto con l’Iran, significa esporsi al rischio di perdere la fornitura di contratti miliardari, com’è successo. L’Europa, in mancanza di progetti geopolitici di largo respiro, è rimasta legata al neo-gollismo di Emmanuel Macron e alla politica estera di Tito, l’autocrate della ex Jugoslavia che cercando di non finire (troppo) sotto il giogo russo aveva fondato il “Movimento dei non-allineati”. Ma i tempi sono cambiati e l’Europa non è più il “limes” tra Occidente e Oriente. Oggi essere Non Allineati è controproducente, in una fase di spostamento del confronto tra le Potenze dominanti, perché di noi non si fida più nessuno. Non solo le potenze anglosassoni ma anche l’asse opposto cino-russo-iraniano. Tant’è che con Pechino si possono fare affari, ma non troppo, se pensiamo alla Grecia che ha ceduto a Pechino parte del Pireo, lo storico porto di Atene, senza ricavarci molto, rispetto a quanto ci guadagnano i cinesi.

Fincantieri non è stata “fregata” dall’Australia

Diversamente dai sommergibili francesi Fincantieri non ha perso un “affare” da 22 miliardi di euro per colpa della “Perfida Albione”, perché non aveva vinto la gara per la fornitura di unità navali all’Australia. La gara è stata definitivamente assegnata alla Bae Systems lo scorso giugno, prima della sigla dell’accordo Aukus tra Usa, Uk e Australia per il contenimento dell’espansione cinese nel Sud-est asiatico.
In realtà gli inglesi avevano già vinto il bando internazionale nel 2018, come testimonia questo comunicato del costruttore inglese. Quindi non è “saltata” nessuna “megacommessa” alla cantieristica italiana, come ha confermato a L’Opinione Antonio Autorino, vice presidente Media Relations di Fincantieri. Autorino ha aggiunto: La gara del 2018 aveva decretato una short list delle migliori offerte, che comprendeva Bae Systems, la spagnola Navantia e l’italiana Fincantieri. Data la qualità delle nostre Fremm la stessa Royal Australian Navy aveva sostenuto quella proposta, ma la scelta geopolitica era comunque un’altra”. Si pensi ad esempio che la Marina australiana si chiama Royal Australian Navy dal 1911, e che ha combattuto insieme con la Royal Navy inglese nelle due Guerre Mondiali e ancora oggi la flotta militare australiana opera nelle acque di tutto il mondo in stretta partnership con gli inglesi. Insomma, il sito di Ennio Remondino, Piero Badaloni e altri, ha fatto fede al suo nome “Remo contro”, ma forse troppo contro. Come si può titolareIl Pacifico è Cosa nostra (cioè degli inglesi & Co.)?

Ci saranno conseguenze per i cantieri italiani con la mancata cantierizzazione di 9 Fremm?

Autorino conferma di no: il programma Fremm va avanti bene e con richieste che arrivano da ogni parte del mondo, a partire dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che quattro mesi fa ha ordinato alla controllata americana di Fincantieri Marinette Marine (Fmm), la costruzione della seconda fregata lanciamissili della classe “Constellation”, con un budget di oltre mezzo miliardo di dollari. Il gruppo italiano ha 97 navi in portafoglio, e dà lavoro a 6mila fornitori nazionali, oltre a essere il primo costruttore navale in Occidente.

Aggiornato il 22 settembre 2021 alle ore 10:52