Ucraina, la guerra e Putin

Vladimir Putin sta perdendo? Perché adesso la pace sembra essere più vicina e si tratta più seriamente? Lo spiega un’intervista a Christo Grozev, rilasciata al sito di geopolitica slovacco Denník-N e tradotta in italiano da Katerina Tonkova. Grozev fa parte di Bellingcat, un team di giornalisti investigativi specializzati in geopolitica. L’intervista, all’inizio, tratta una serie di arresti per spionaggio in Slovacchia (vedere questo video in inglese in cui i servizi slovacchi hanno filmato un attaché d’ambasciata russo che recluta e paga una spia). La parte più interessante riguarda il contesto ucraino e sul perché della impasse in cui versa la campagna militare russa. Ne esce un quadro che spiega i motivi – se la pace in Ucraina è più vicina – per cui Putin rischia di affondare nel pozzo nero da lui creato. Grozev racconta come avviene il meccanismo di reclutamento spie da parte russa, non dissimile da quello – molto efficiente – attuato dal Kgb sovietico, che aveva una residentura in ogni nazione occidentale (vedere “L’Archivio Mitrokhin. Le attività segrete del Kgb in Occidente”, Rizzoli, 2005, secondo cui il Soviet in Italia reclutò persino un frate e finanziò il Partito Comunista italiano con 27 milioni dollari, nel periodo tra il 1970 e il 1977).

La parte interessante dell’intervista focalizza il lavoro svolto dagli agenti della Quinta sezione (Foreign spy wing) dell’Fsb in Ucraina. Il reclutamento tocca tutti i settori: politici e militari ovviamente, ma anche scienziati legati all’energia (in Italia il Kgb reclutò anche dei fisici nucleari). Il lavoro di circa 150 persone della Quinta sezione concerneva anche “il modo in cui l’Ucraina sarebbe pronta ad accogliere le truppe russe come liberatori”. L’Fsb ritiene che un piccolo gruppo di politici fosse pronto a sostenere i russi, una volta che questi fossero entrati a Kiev. Lo scenario presentato a Putin sarebbe stato, quindi, quello che si è svolto pochi mesi fa in Afghanistan, con la ritirata occidentale e l’ingresso trionfale dei taliban a Kabul, avvenuto senza neanche lo sparo di una pistola scacciacani: “Era una valutazione assolutamente sbagliata della situazione – ha detto Grozev – un disastro totale da parte dell’Fsb”.

Gru (il servizio di intelligence delle Forze armate russe) ha reclutato molti agenti nell’esercito ucraino e persino nel servizio omologo ucraino Sbu. Si pensava che costoro avrebbero “persino preparato il terreno per un colpo di stato militare contro Zelensky”. Come si sa, le cose sono andate diversamente. Adesso – secondo le informazioni di Grozev – il Gru starebbe cercando di rintracciare e “punire” i traditori che poi non hanno tradito (evidentemente gli ucraini conoscono perfettamente la cultura e i metodi di controllo della Russia). Comunque, alcune informazioni sulla dislocazione e la consistenza delle Forze armate ucraine è passata ai russi. Di conseguenza, nelle prime fasi dell’invasione, gli attacchi aerei alle infrastrutture militari ucraine sono stati molto precisi. L’intervistatore chiede poi a Grozev se conferma l’arresto del capo della Quinta sezione Fsb, Sergey Beseda, e del vice Anatoly Bolyuch, fermati con l’accusa di essere stati in sintonia con l’Ucraina più che con la Russia. Beseda era ai vertici dell’intelligence russa e aveva pianificato gran parte dell’invasione dell’Ucraina. Ora è incolpato di aver provocato il disastro, con la morte di almeno tre generali.

Grozev aggiunge che Putin – come sostiene Andrei Soldatov, analista specializzato in intelligence russa – si è reso conto di trovarsi “in una pessima situazione”. Altri analisti sostengono che potrebbe cominciare una “Purga” di dimensioni staliniane nei Servizi di Sicurezza e nelle Forze armate russi. L’intervistatore, infine, domanda a Grozev se può immaginare l’uso di armi di distruzione di massa da parte di un Putin disperato e isolato, e se Putin rimarrà al comando anche dopo la fine della guerra (auspichiamo vicina). La risposta è “per le scelte belliche di Putin i russi “hanno perso il 90 per cento del loro stile di vita e del potere di acquisto in un giorno. Non ho mai visto un leader mantenere la sua posizione in una situazione del genere. Non so come andrà a finire, non ci sono precedenti. Molto probabilmente sarà sostituito dalla sua stessa élite, se non dalle masse che non hanno la forza di rovesciare il regime. È solo questione di tempo prima che l’élite economica concordi con i siloviki (gli uomini degli apparati di controllo e di intelligence, ndr) che Putin non è più adatto a loro”.

Quanto al ruolo avuto da un Occidente fermo e deciso nelle sanzioni economiche ma anche nel sostegno al Governo e al popolo ucraino (vedere le armi fornite dal presidente Joe Biden) per Grozev: “Le sanzioni non solo sono state senza precedenti, ma hanno portato a ulteriori sanzioni spontanee, ancora più importanti. Tutte le società, le imprese e le organizzazioni che hanno imposto sanzioni private alla Russia hanno contribuito al prezzo elevato che la Russia pagherà per la guerra. Questa non è solo una perdita economica, ma anche della qualità della vita dei russi”.

Aggiornato il 17 marzo 2022 alle ore 13:52