Ucraina: analisi del conflitto e prospettive

Da poco siamo entrati nel secondo mese di invasione russa in Ucraina. Di settimana in settimana, di giorno in giorno, si prefigurano nuovi scenari, proposte, responsabilità negate, grida d’ascolto inascoltate. L’Europa e l’Unione europea stanno facendo abbastanza, o le istituzioni stanno assumendo sembianze da nuovo Pilato? L’esercito russo è veramente in difficoltà e gli ucraini stanno facendo vera resistenza? Che ruolo sta avendo il nostro Governo nello scacchiere internazionale? Di questi argomenti abbiamo parlato con Maurice Pascal Ambetima, dottorando in Diritto internazionale alla Sapienza e visiting researcher alla United Nations University di Bruges.

Per prima cosa le chiedo, visto il suo interesse per le dinamiche comunicative, un commento sulle polemiche intorno al professor Alessandro Orsini: perché, secondo lei, il pensiero del sociologo è sbagliato?

Premetto che rispetto il percorso accademico del professor Orsini, che in passato ha fatto luce su un sistema di concorsi truccati che, troppo spesso, vediamo ancora in modo troppo marcato nel mondo universitario italiano. Detto ciò, sono rimasto sorpreso, qualche giorno fa, quando ho letto un’intervista del professore. In quell’intervista, il professor Orsini si definisce “liberale e pacifista”. Io non so quanto il professor Orsini sia consapevole che la politica di potenza, la geopolitica e gli “studi strategici”, su cui fonda i suoi studi e le sue argomentazioni televisive, facciano parte di approcci che, nella teoria delle relazioni internazionali, rientrano in tutto fuorché negli approcci liberali, votati al multilateralismo e alla cooperazione, e pacifisti. Lui stesso, nei giorni scorsi, ha dovuto correggere il tiro di alcune sue affermazioni, ribadendo che lo Stato aggressore, in questo caso, non può che essere la Russia.

Parliamo di Ucraina: secondo lei cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni, tenendo conto dei molti interventi di Volodymyr Zelensky ai Parlamenti europei e del discorso di Joe Biden – forse trumpiano – a Varsavia?

Tutti gli scenari sono ancora aperti. Il presidente Zelensky si sta spendendo per incontrare il presidente Vladimir Putin e offrire la “neutralità” dell’Ucraina. Bisognerà vedere in che termini. Il presidente Biden, dal canto suo, ha tenuto a Varsavia un discorso a tinte forti, che potrebbe essere parte di una strategia comunicativa o, forse, un peccato di sincerità del presidente americano. La Turchia – Stato che finora veniva considerato come il più “terzo”, tra quelli che tentano di mediare tra le due posizioni – ha sostenuto che sono da considerare eccessive le pretese della Russia di ricevere il riconoscimento ucraino dell’indipendenza del Donbass e dell’annessione della Crimea. Sulla base di questi punti, si capirà se il presidente russo abbia guadagnato qualcosa o meno nell’iniziare questo conflitto.

Sempre per parlare di leader, le chiedo cosa ne pensa dell’azione, troppo defilata, di Mario Draghi. Il nostro Governo sta facendo abbastanza, oppure si sta concentrando troppo sulle armi e sulla ricerca di fonti d’energia?

Credo che questo modo di agire faccia parte dello stile di Draghi. Certo, non stiamo facendo tanto per la mediazione quanto sta facendo lo Stato francese, ma bisogna riconoscere che il peso di alcuni Paesi, anche sotto il profilo diplomatico, ha una portata di tutt’altro livello. Sull’aumento della spesa degli armamenti, discorso che personalmente non mi affascina, preferirei sempre e unicamente soluzioni collettive europee, al posto di far procedere gli Stati in ordine sparso.

Certo, ricordiamo comunque che la Francia ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea ed è una potenza nucleare. Un’ultima domanda: come giudica le richieste di Putin e soprattutto, cosa ne pensa di chi giustifica questa invasione su basi culturali ed etniche?

Dal mio punto di vista, non c’è ancora una piena definizione di quello che sia il piano globale nella mente del presidente russo. Sotto il profilo giuridico, l’annessione della Crimea del 2014 era e rimane illegale. Chi ha a cuore la sovranità e l’integrità territoriale degli Stati nel mondo, punti cardine del sistema internazionale nato dopo le guerre mondiali, non può che guardare con preoccupazione a un interesse della Russia nei confronti della parte orientale e meridionale dell’Ucraina. Per concludere, sulla questione culturale ed etnica, c’è spazio nullo per l’argomentazione. È contro questi argomenti nulli che il popolo ucraino deve fondare la lotta per la libertà del proprio Stato e dei propri individui.

Aggiornato il 31 marzo 2022 alle ore 14:55