Minacce e vessazioni: chiude biblioteca femminile a Kabul

Minacce e vessazioni da parte dei talebani. Questi i motivi per cui ha chiuso in maniera definitiva, a Kabul, l’unica biblioteca per donne in Afghanistan. Lo ha scritto l’agenzia spagnola Efe, che ha segnalato l’importanza di questo centro culturale, il quale ha gatantito sia la possibilità di frequentare i laboratori didattici che di consentire il prestito dei libri.

Una delle fondatrici, Laila Basim, ha detto: “La nostra battaglia è quella della penna contro le armi”. La saracinesca, secondo le informazioni raccolte, è stata abbassata il 13 marzo.

La biblioteca era localizzata nello scantinato del mercato nel quartiere Red Pol e ha offerto ad oltre 400 frequentatori non solo il prestito di libri in quattro lingue (persiano, pashtu, inglese e arabo), ma anche workshop gratuiti e sessioni di formazione circa i “diritti delle donne”. Oltre a discutere di temi come la politica e la religione.

“Nei sette mesi di vita i talebani hanno sigillato la porta due volte” ha ricordato l’attivista. I talebani, da quando hanno ripreso il potere, hanno imposto delle rigide restrizioni alle donne. Per esempio, non possono lavorare nell’Amministrazione o nelle ong. E anche lo studio è limitato. Inoltre, per viaggiare devono essere accompagnate da un parente stretto di sesso maschile.

Le Nazioni Unite, per la cronaca, hanno indicato che privare le donne e le ragazze dei loro diritti “potrebbe equivalere ad una persecuzione basata sul genere”.

Aggiornato il 29 marzo 2023 alle ore 17:21