La crescente influenza di Taiwan e il nuovo protagonismo dell’India: le riflessioni di Giulio Terzi

Importanti novità provengono dal mondo indo-pacifico. La crescente importanza di Taiwan nell’area sta modellando una nuova posizione degli Stati dell’Asean in risposta alle intensificate esercitazioni militari di Pechino attraverso lo Stretto di Taiwan: l’Indonesia e le Filippine, ad esempio, hanno espresso “forti preoccupazioni” per la propria sicurezza durante le recenti esercitazioni cinesi. Pechino non può essere vista come il partner di sicurezza preferito dai Paesi dell’Asean, e uno dei motivi per cui i Paesi del sud-est asiatico sono riluttanti a dare alla Cina ciò che vuole è proprio il fatto che molti hanno migliorato silenziosamente le loro relazioni con Taiwan, specialmente grazie alla nuova efficace politica del presidente Tsai Ing-wen. Peraltro, l’attuale congiuntura geopolitica e geoeconomica globale presenta per l’Asean allo stesso tempo diverse sfide e opportunità.

Da un lato, la guerra in Ucraina non ha avuto un impatto particolarmente rilevante nella regione, che anzi appare sulla strada di uno sviluppo economico solido e sostenuto. Oltre che alla crescita interna, questo è dovuto alla capacità dei Paesi membri dell’Associazione di posizionarsi come un nodo fondamentale nel contesto dell’attuale rimodulazione delle catene globali di fornitura e soprattutto di intercettare investitori interessati a trovare un “porto sicuro” che sia abbastanza al riparo dagli effetti degli attriti economici in corso tra Cina e Stati Uniti. Nonostante gli enormi interessi economici dell’Asean con la Cina, sembra che il blocco del Pacifico non darà a Pechino il sostegno che sta cercando, in particolare per Taiwan, in primo luogo perché quasi ognuno dei dieci membri del blocco è o potrebbe essere coinvolto in dispute territoriali con la Cina nel Mar Cinese Meridionale. L’Associazione degli Stati del Sud-Est asiatico, l’organizzazione politico-economica su base regionale comprendente Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam rappresenta ad oggi una delle aree più dinamiche a livello globale e una fetta significativa dei nuovi investimenti effettuati nella regione Asean riguardano proprio le industrie ad alto valore aggiunto e geopoliticamente sensibili come quella dei semiconduttori, delle infrastrutture digitali e delle telecomunicazioni che la Cina vuole controllare senza interferenze. In aggiunta, per quanto riguarda le opportunità per il nostro Paese, le intense e positive relazioni tra India e Italia contribuiscono a rafforzare anche il partenariato Ue-India basato su quattro pilastri: politico, economico, tecnologico-scientifico e le relazioni tra le due società civili. “Già nel recente passato avevo stimolato riflessioni sulla centralità dell’India nella geopolitica del XXI secolo, riflessioni che mantengono intatta tutta l’importanza della loro attualità. Il nostro Governo, come emerse chiaramente già a novembre dell’anno scorso dal G20 di Bali, riserva particolare attenzione all’attuazione del Piano d’azione per un partenariato rafforzato” tra Italia e India, e non solo per migliorare ulteriormente le già ottime relazioni bilaterali tra i due Paesi”, ha recentemente ribadito il senatore, già ministro degli Esteri, Giulio Terzi.

Recentemente, l’Ambasciatrice della Repubblica dell’India in Italia, Neena Malhotra, ha promosso un cruciale incontro nel quale sono intervenuti il ministro del Commercio e dell’Industria indiano Piyush Goyal, e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli, insieme a numerosi parlamentari ed imprenditori di entrambi i Paesi. Il recente partenariato strategico lanciato con l’incontro tra il primo ministro Narendra Modi e il presidente Giorgia Meloni a New Delhi prevede investimenti “molto significativi” grazie alle iniziative e agli accordi siglati in molti settori strategici, in particolare tramite il Piano d’Azione Italia-India. Sul piano commerciale l’obiettivo è aumentare un interscambio già in eloquente ascesa: nel 2022 ha raggiunto il record di 14,9 miliardi di euro con surplus a favore dell’India di 5,2 miliardi, anche per il ruolo crescente quale fonte di materie prime precedentemente importate da Russia e Ucraina. Secondo gli esperti economici sono considerevoli le opportunità che possono innescarsi per le imprese italiane e significative sono le occasioni che possono aprirsi anche per Fincantieri e le nostre imprese dell’elettronica. Altro capitolo sensibile è la transizione energetica, su cui nel 2021 è stato avviato un partenariato strategico bilaterale: l’obiettivo indiano è produrre entro il 2030 500 gigawatt da rinnovabili. In tale scenario, anche per contrastare le manovre geostrategiche di Pechino, si può consolidare il posizionamento di Enel Green Power, Snam e Maire Tecnimont, rilanciando il ruolo dell’Italia quale membro dell’International Solar Alliance (Isa), attualmente a guida indiana, promuovendo, insieme, lo sviluppo dell’energia solare.

Aggiornato il 18 maggio 2023 alle ore 15:37