Droghe, alcol e depressione: negli Usa cresce il tasso di mortalità giovanile

Il tasso di mortalità tra i giovani americani è il più alto degli ultimi 15 anni. Nella fascia d’età 1-19 anni il dato è cresciuto del 10,7 per cento nel biennio 2019-2020. Nel 2020 poi, anno in cui ha imperversato la pandemia di Covid, la malattia non ha pesato più degli effetti collaterali della stessa, che hanno contribuito invece alla crescita di ansia e depressione, alzando il tasso di mortalità. I casi di suicidio negli Stati Uniti, tra gli individui di età compresa tra i 10 e i 19 anni, hanno cominciato ad aumentare nel 2007, mentre i tassi di omicidio nella stessa fascia hanno iniziato a salire nel 2013. Questi numeri sono passati inosservati per molto tempo, probabilmente perché i tassi complessivi di mortalità infantile e adolescenziale sono decisamente diminuiti negli ultimi anni, grazie al progresso della scienza e della medicina.

La penicillina e altri antibiotici hanno reso molto più rari i decessi per infezioni batteriche, sin dagli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, e i vaccini hanno quasi debellato virus allora letali come la poliomielite e l’influenza. Oggi, le automobili più sicure, con cinture di sicurezza e seggiolini per i bambini, hanno reso anche la guida meno letale. Ma “tutti questi vantaggi sono ora compensati” dalle morti per alcol, droga, depressione e armi da fuoco. Lo ha dichiarato Steven Woolf, il direttore del Center on Society and Health della Virginia Commonwealth University.

Per quanto riguarda gli effetti del post-Covid – che mietono più vittime tra i giovani della pandemia stessa – i medici e ricercatori Usa sostengono che la chiusura delle scuole, l’annullamento delle attività sportive e le limitazioni alla vita sociale avrebbero aggravato la crescente epidemia di salute mentale negli Stati Uniti. Difatti, la domanda di servizi psichiatrici, consulenza e supporto in generale ha superato di gran lunga l’offerta. I giovani in cerca di aiuto si sono quindi rivolti ai dipartimenti di emergenza, già messi a dura prova dal Covid.

Per questo motivo, ma non solo, l’aspettativa di vita è calata nel 2020 di 1,8 anni, il più grande declino dal Dopoguerra. Altri fattori che hanno portato a questa involuzione sono stati rappresentati da lesioni non intenzionali come overdose, omicidi e incidenti stradali. Per questi ultimi, i ricercatori sostengono che l’assenza di auto tra il 2020 e il 2021, a causa del lockdown, avrebbe spinto alcune persone a guidare in maniera distratta e spericolata. Inoltre, l’utilizzo dei cellulari alla guida ha reso il trasporto su ruote più letale negli ultimi anni. Infine, l’incremento del consumo di alcol avrebbe contribuito all’aumento dei decessi per guida in stato di ebbrezza.

Aggiornato il 19 maggio 2023 alle ore 14:31