La geopolitica delle terre rare: il ricatto cinese all’Occidente

La Cina minaccia l’Occidente e la Comunità internazionale che continua a sostenere la libertà e la democrazia di Taiwan. L’ultima mossa di Pechino è nell’annuncio, a partire dal primo agosto, di una nuova e più incisiva stretta su due importanti materiali: il gallio e il germanio. Elementi importantissimi per la fabbricazione dei semiconduttori, dei radar, dei pannelli solari, di componenti per le auto elettriche e di altri chip.

Il gallio e il germanio sono nell’elenco dell’Unione europea delle materie prime critiche, considerate “cruciali per l’economia europea”. D’altronde, sulla base di quanto riportato in un rapporto pubblicato nel marzo 2023 dalla Commissione europea, Pechino è il primo produttore mondiale di entrambi i minerali, con il 94 per cento delle forniture di gallio e l’83 per cento di germanio. L’attuale rapporto tra i semiconduttori e le terre rare è un ottimo esempio di interdipendenza geopolitica. Anche il ministro degli Esteri olandese, Robert Habeck, si è espresso con preoccupazione sulle restrizioni cinesi, dichiarando che qualsiasi ampliamento dei controlli su materiali come il litio sarebbe da considerarsi problematico.

Prima del conflitto, l’Ucraina, che possiede circa 500mila tonnellate di litio e immense quantità di terre rare, era pronta a divenire un attore commerciale chiave nella transizione globale verso la tecnologia verde. Con l’occupazione da parte della Russia di zone a est e a sud del Paese, il controllo delle materie prime critiche da parte dell’Ucraina sembrerebbe oramai compromesso.

Tattiche che inducono molti analisti di geopolitica ad intravedere alleanze velate tra Cina e Russia nel voler stravolgere l’economia occidentale e contrastare le nuove priorità europee in tema di innovazione tecnologica, digitalizzazione, diversificazione energetica e green economy.

Peraltro, le quantità di terre rare cinesi spedite su treni attraverso la Russia sarebbero salite a 36.074 tonnellate nei primi nove mesi del 2022, più del doppio della quantità totale trasportata nell’anno 2021. Quelle di Pechino sono nuove regole, più stringenti, per vietare il commercio di determinati derivati di terre rare con il mondo europeo e atlantico. I ministri del Commercio e della Tecnologia cinese avevano già minacciato la Comunità internazionale, soprattutto Usa e Giappone, nel dicembre 2022, e le istituzioni cinesi stanno lavorando per aggiungere ulteriori 43 emendamenti al testo originale.

Il governo di Pechino ha motivato le restrizioni alle esportazioni dei due metalli rari con la necessità di tutelare “gli interessi di sicurezza nazionale”. Le limitazioni implicano che le società cinesi che vogliano esportare prodotti che contengano gallio e germanio devono ottenere un via libera dalle istituzioni pubbliche e nel caso in cui il governo decida di non emettere la licenza, le società in questione non potranno procedere alla vendita all’estero dei loro prodotti. Non solo l’estrazione di tali elementi, ma un blocco anche sulle future lavorazioni delle terre rare perché quelle estratte negli Stati Uniti d’America vengono spedite in Cina per la raffinazione che avviene nel totale disprezzo delle regole ambientali.

Aggiornato il 12 luglio 2023 alle ore 11:06