Come cambia l’esercito ucraino con il piano di pace

Washington, insieme ai partner alleati, sta mettendo a punto un articolato sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina che prevede il potenziamento strutturale delle Forze armate di Kiev, il possibile dispiegamento di contingenti europei sul territorio ucraino e un uso più incisivo dell’intelligence statunitense. A riferirlo è il New York Times, citando funzionari a conoscenza delle bozze dei documenti in discussione. Secondo il quotidiano, negli ultimi due giorni a Berlino diplomatici americani ed europei hanno incontrato i vertici ucraini, raggiungendo un’intesa di massima su due testi destinati a costituire l’architrave di un accordo più ampio, orientato al cessate il fuoco e alla fine del conflitto. I documenti includerebbero anche l’obiettivo di spingere Kiev ad accettare la cessione di alcuni territori e a rinunciare all’adesione formale alla Nato. Allo stesso tempo, il Nyt sottolinea come un cessate il fuoco complessivo resti al momento lontano, poiché la Russia non partecipa ai colloqui e non ha manifestato disponibilità a compromessi.

Sul fronte della pressione economica, gli Stati Uniti stanno “preparando un nuovo ciclo di sanzioni contro il settore energetico russo”, con l’intento di aumentare la leva sul Cremlino affinché entri in modo più costruttivo nel processo di pace. Lo scrive Bloomberg, secondo cui a Washington sono allo studio diverse opzioni, tra cui misure mirate contro le navi della cosiddetta flotta ombra russa, utilizzate per il trasporto del petrolio di Mosca. Da parte russa, il Cremlino avverte che eventuali nuove sanzioni americane potrebbero “nuocere al miglioramento delle relazioni tra i due Paesi” e avere ripercussioni negative sulla ricerca di una soluzione al conflitto. Lo ha dichiarato il portavoce presidenziale Dmitry Peskov nel briefing con i media, commentando le indiscrezioni di Blooimberg secondo cui gli Usa potrebbero varare nuove misure punitive in caso di un rifiuto russo di un accordo di pace sull’Ucraina. “Qualsiasi sanzione nuoce al miglioramento delle relazioni, è ovvio”, ha detto il megafono di Vladimir Putin, citato dalla Tass.

Il tono di Mosca resta intanto fermo. Il presidente ha avvertito che, se l’Ucraina e i suoi alleati occidentali “rifiuteranno di impegnarsi in discussioni concrete” nel quadro dei negoziati di pace, la Russia procederà a conquistare “con mezzi militari” i territori ucraini che considera propri. “Se il nemico e i suoi sponsor occidentali rifiutano di impegnarsi in colloqui, la Russia otterrà con mezzi militari la liberazione delle sue terre storiche”, ha affermato Putin, citato sempre dalla Tass, intervenendo al Ministero della Difesa. In questa cornice si inseriscono anche le parole del ministro della Difesa Andrej Rėmovič Belousov, che ha confermato come Mosca si prepari a proseguire l’offensiva in Ucraina anche nel prossimo anno. “Il compito chiave per il prossimo anno è mantenere e aumentare i ritmi dell’offensiva raggiunti”, ha dichiarato Belousov, citato dall’agenzia Interfax, attribuendo alla linea dell’Europa e della Nato la responsabilità di creare le condizioni per una prosecuzione del conflitto nel 2026.

Sul versante europeo, il Consiglio Ue “è chiamato ad assicurare la continuità del sostegno finanziario” all’Ucraina individuando “la soluzione più sostenibile per i Paesi membri nel breve e lungo periodo”. Lo ha affermato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle comunicazioni alla Camera dei deputati in vista del Consiglio europeo, soffermandosi sul nodo dell’eventuale utilizzo degli asset russi congelati. “Trovare una soluzione sostenibile – ha aggiunto – sarà tutt’altro che semplice”. La premier ha quindi ricordato la posizione assunta dall’Italia: “Come sapete, l’Italia ha deciso venerdì scorso di non far mancare il proprio appoggio al Regolamento che ha fissato l’immobilizzazione dei beni russi senza, tuttavia – lo voglio sottolineare con chiarezza – ancora avallare, ancora, alcuna decisione sul loro utilizzo. Lo abbiamo fatto – pur non condividendo il metodo utilizzato – perché non vi siano dubbi sulla linea coerente di sostegno che il Governo ha sempre mantenuto nei confronti dell’Ucraina. Nell’approvare il regolamento abbiamo voluto ribadire un principio che consideriamo fondamentale: decisioni di tale portata giuridica, finanziaria e istituzionale – come anche quella dell’eventuale utilizzo degli asset congelati – non possono che essere prese al livello dei leader. Sarà questo il compito che spetta al Consiglio europeo di domani”.

Meloni ha infine ribadito che “l’Italia considera, ovviamente, sacrosanto il principio secondo cui debba essere prioritariamente la Russia a pagare per la ricostruzione della Nazione che ha aggredito”, precisando però che questo obiettivo deve poggiare su una base legale solida. Da qui la richiesta di chiarimenti sui rischi connessi all’uso della liquidità derivante dagli asset immobilizzati, “particolarmente quelli reputazionali, di ritorsione o legati a nuovi, pesanti, fardelli per i bilanci nazionali”. Un punto, ha sottolineato, rilevante anche alla luce dell’impegno del Governo a far uscire l’Italia dalla procedura per deficit eccessivo. La premier ha inoltre definito miope concentrare l’attenzione su un solo detentore degli asset sovrani russi congelati, il Belgio, quando anche altri Paesi partner custodiscono beni immobilizzati nei propri sistemi finanziari.

Aggiornato il 17 dicembre 2025 alle ore 13:55