Abolizionismo: un dibattito aperto

La necessità dell’azione dei Radicali e di Marco Pannella in questo paese è di estrema necessità, non solo per la difesa del diritto e della politica, ma soprattutto per l’approccio culturale e metodologico che il movimento radicale ancorato alla sua estrema concretezza non sa di donare ma che invece instaura nelle teste e nelle coscienze delle persone e del popolo.

Pensiamo alla questione giustizia, carceri ed ergastolo, argomenti tabù in questo paese ancorato ai conservatorismi di destra e di sinistra, eppure nonostante un Grillo al 25% che parla di “patrie galere” come alberghi a 5 stelle o l’istinto comune che vede nell’ergastolo la sensata punizione per chi compie eclatanti azioni criminali, nonostante questo magma culturale imposto e non costruttivo nel nostro paese sempre più persone si recano a firmare i referendum radicali sulla giustizia giusta, in tanti iniziano a capire la necessità dell’amnistia e dal mondo della cultura in molti iniziano a muoversi per l’abolizione dell’ergastolo, “in primis” Umberto Veronesi.

Non è tutto, con un ragionamento storico – mentale pensiamo ad un paio di anni fa, nulla avrebbe fatto meditare ad un simile dibattito intorno al tema della giustizia, delle carceri e dell’ergastolo. La particolarità da notare, e che non può non essere evidenziata, è il diffondersi nel dibattito culturale tra gli animatori e gli appassionati “alla materia” del tema dell’abolizionismo, concreta proposta politica – antropologica che vede nel carcere, in qualsiasi dimensione o struttura un danno e un ingiustizia per l’individuo vivente e pensante.

Oggi tali proposto di discussione non vengono solo dagli ambienti dei circoli libertari o dalle federazioni anarchiche sparse per il territorio nazionale ma sono elemento di dibattito in varie associazioni e movimenti e stesso all’interno della galassia radicale come non accadeva da decenni. L’irrompere della “prepotente urgenza” della giustizia, da decenni denunciata dai radicali, ma solo dalle ultime politiche, con la presentazione delle liste “Amnistia Giustizia Libertà”, agenda prioritaria in casa radicale ha permesso negli anni gelidi della crisi economia e delle problematiche legate alla gestione europea dell’economia dell’ Euro di poter parlare di diritti civili e libertà individuale a partire proprio dagli ultimi di questo sistema, i detenuti.

Tale prospettiva di probabile percorso storico è da analizzare e da tener fortemente in considerazione poiché l’impatto di tale dibattito sulle forze della sinistra laica potrebbe ridar vigore a quell’anima della sinistra socialista, liberale e libertaria che da decenni è vive all’ombra dell’altra sinistra quella post e neo-marxista, statalista, autoritaria e giustizialista. Il garantismo e successivamente l’abolizionismo, insomma, come primo passo per risvegliare una sinistra laica e libertaria che diventi di nuovo protagonista della storia di questo paese, come il socialismo libertario del novecento ricorda, riuscendo a dar un nuovo slancio e nuove prospettive anche all’agenda politica di questo paese.

Riuscir ad ottenere l’amnistia, l’abolizione dell’ergastolo ed una radicale riforma della giustizia, espressione dei referendum radicali, deve essere visto come quella linea che dal giustizialismo becero dei conservatorismi, di tutti i colori, conduce alla presa di coscienza della necessità di una società più libera e antiautoritaria, la società sinceramente e spontaneamente libertaria a partire proprio dal cambiamento delle sue strutture gerarchiche e repressive, strutture che girano proprio attorno alle tematiche della giustizia e delle “patrie galere”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 19:51