Contrastare la tratta   degli esseri umani

Durante la seconda edizione del “Festival della Diplomazia”, tenutosi il 31 ottobre scorso, si è svolto un “Bar Camp” sulla tratta degli esseri umani e sul contrasto al traffico illegale dei migranti. Sono state avanzate delle idee e presentate le statistiche sul fenomeno. La tratta di esseri umani è un crimine odioso, una criminale violazione dei diritti umani. Il fenomeno è oggetto di analisi del diritto internazionale umanitario; all’articolo 3 del protocollo delle Nazioni Unite si ribadisce sia la prevenzione che la punizione per i protagonisti della tratta, con particolare attenzione alle donne e ai bambini.

Il fenomeno dello sfruttamento comprende la prostituzione, il lavoro coercitivo, schiavitù, asservimento e tratta di organi umani. Culturalmente va affrontata la percezione della tratta di esseri umani, che, secondo una fetta dell’opinione pubblica, consiste soltanto nell’abuso sessuale e lavorativo, dimenticando altre forme di sfruttamento in attività criminali e prelievo di organi umani come dichiarato anche da Maria Grazia Giammarinaro, che ha ricoperto l’incarico di rappresentante speciale e coordinatore dell’Osce per la tratta degli esseri umani nel 2010. Le Nazioni Unite hanno calcolato che tra il 2007 e il 2010 tali fenomeni sono stati registrati in 118 Paesi, il 75 per cento delle vittime sono donne, mentre il 27 per cento è costituto da bambini. Non mancano peculiarità europee: 23.632 vittime della tratta sono state rilevate in Europa tra 2008 e il 2010.

Alcuni passi consistenti si sono avuti, tra cui l’adozione nel 2010 del “Piano Globale di azione per combattere la tratta degli esseri umani”, ma bisogna continuare ad agire nella creazione di meccanismi di tutela della dignità umana aiutando le vittime degli abusi e ristabilendo una normale esistenza per gli oppressi. Particolarmente preoccupante è il traffico di migranti, condannato come crimine contro l’umanità dalle agenzie delle Nazioni Unite, un fenomeno redditizio per la criminalità internazionale che alimenta una gran quantità di “denaro sporco” per le organizzazioni criminali. Durante la tratta, molti migranti, alcuni dei quali sono richiedenti asilo e rifugiati politici in fuga da paesi in guerra, muoiono soffocati nei contener, negli assolati deserti e nel Mediterraneo.

Il fenomeno è oggetto di analisi anche dal Comitato Helsinki italiano per i diritti umani che intende contribuire allo studio delle violazioni dei diritti umani, commesse sempre più sistematicamente e globalmente dalla criminalità organizzata internazionale, nel traffico di persone e nella loro riduzione in schiavitù. Su questo tema è prevista, tra l’altro, la relazione di Antonio Stango (nella foto insieme a Marco Pannella), segretario del Comitato Helsinki italiano per i diritti umani, nel corso di una conferenza che si terrà a Udine il prossimo 28 novembre.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:20