Il Nagorno-Karabakh e le politiche europee

Nella giornata del 10 Dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani, presso il Centro di Studi e Ricerche sull’Azerbaigian dell’Università “La Sapienza”, in collaborazione con il Centro Studi sull’Azerbaigian di Trento e con l’Associazione Giovani studiosi Azerbaigian e Caucaso (ASSAC) hanno ospitato un workshop sul conflitto del Nagorno-Karabakh e le problematiche tra Armenia e Azerbaigian. L’incontro è partito dal presupposto che la Russia di oggi, come evidenziano la guerra in Crimea e la questione Ucraina nella sua generalità, non rispetta più gli accordi internazionali che dall’era post-sovietica, con alti e bassi, si erano istituzionalizzati. La grande novità internazionale della Russia consiste anche nell’imporre sullo scenario internazionale nuove politiche energetiche che vorrebbero creare difficoltà agli stati dell’Unione Europea.

Tali manovre e strategie politiche innescano nuovi scenari e problematiche anche per l’Azerbaigian. Oggetto di analisi del workshop sono state anche le manovre politiche dell’Unione Europea che sta applicando sanzioni nei confronti della Russia e contemporaneamente vengono ignorate le violazioni internazionali dell’Armenia nei confronti dell’Azerbaigian. L’Azerbaigian ricorda ancora con orrore il conflitto scoppiato con l’Armenia nel 1992 e il massacro di civili azeri da parte delle truppe armene nella città di Khojaly nel Febbraio dello stesso anno. La tematica ben nota agli addetti ai lavori e agli esperti di diritto internazionale è stata trattata in maniera completa e per nulla banale, grazie agli interventi di relatori esperti, riuscendo a fornire un quadro completo sul grave conflitto che da oltre un ventennio sta interessando i paesi dell’Azerbaigian e dell’Armenia nel quasi totale silenzio degli organismi competenti dell’Unione Europea.

Durante i lavori che hanno anche affrontato l’aspetto dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario di certo rilievo è stato l’intervento dell’Ambasciatore azero Vadif Sadiqof. Interessante è anche l’iniziativa, segnalata durante lo svolgersi dei lavori, intrapresa dal Centro Studi di Trento sull’Azerbaigian per la creazione di un archivio digitale del conflitto Nagorno-Karabakh, che una volta completo fornirà un’inestimabile fonte di documenti, fondamentale per uno studio di alto livello sulla tematica.

Come indispensabile è risaltato il lavoro dell’Associazione Giovani studiosi Azerbaigian e Caucaso che ha partecipato e contribuito all’organizzazione e alla realizzazione dell’impegnativo workshop.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 20:10