Roma e il toto-sindaco

Crisi d’identità, pochezza, obiettivi mancati, diaspora. Ecco il vero malanno a Cinque Stelle: scappano chi a destra chi a sinistra, ma in tutto questo caos si registra comunque la perentoria, imprescindibile e monolitica voglia di Virginia Raggi di continuare il suo percorso da sindaco di Roma.

Ricordandoci tutte le cose da lei fatte, tutti i problemi risolti, ma non ricordando tutte le cose non fatte, tutti i disagi che sono ancora costretti a vivere i romani. Ma soprattutto, vedendo come è invece ridotta la Capitale, ci viene da pensare che Virginia viva in un’altra città.

I cinghiali che girano per Roma li ha spostati a Veio, o chissà dove, l’enfasi per i cantieri pre-elettorali poi, dopo anni e anni di eterne recinzioni arancioni a custodia di buche e quant’altro, mi sembrano veramente un auto-celebrazione lontana dalla realtà.

Capisco che gestire Roma è un’impresa non facile, ma riproporsi dopo questi anni mi sembra veramente troppo. La città è allo stremo, lontana parente della Capitale amata e apprezzata in tutto il mondo.

Non si può più procedere con esperimenti e tentativi, dobbiamo trovare chi vuole e sappia risolvere i problemi alti fuori dei balzelli politici. Servono capacità, determinazione e soluzioni altrimenti Roma tra un po’ non la troviamo più.

Aggiornato il 21 maggio 2021 alle ore 18:57