I governi ineletti sono fuori dalla realtà

Oggi in Italia abbiamo un Parlamento illegittimo perché, dopo il referendum con cui la maggioranza degli italiani ha stabilito che esso debba avere trecento unità in meno, risulta “irregolare”. Difatti l’attuazione del risultato del referendum deve essere immediata secondo la Costituzione. E adesso abbiamo anche l’ennesimo Governo ineletto ovvero non scelto, né votato, da nessuno degli italiani, con ministri anch’essi mai eletti. Tutto questo sotto l’egida di un presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che dirige l’orchestra irregolare. Dove si pensa di andare così? Ve lo dico io: da nessuna parte.

Innanzitutto, perché leggi e le riforme siano valide è necessario che rimangano all’interno del nostro dettato costituzionale, il quale prevede lo stretto raccordo tra popolo e i provvedimenti di legge. Tale raccordo è stabilito nella Costituzione nel voto elettorale, nelle elezioni tramite cui noi tutti scegliamo i nostri rappresentanti, che in nostra vece promulgheranno le leggi, espressione, manifestazione e “specchio” della volontà popolare.

Tale raccordo, oggi, non esiste. Secondariamente, bloccato il Paese senza il voto e senza neppure l’attuazione del referendum, l’attuale Parlamento – risalente al 2018, ora siamo nel 2021 – oltre che “illegittimo” non corrisponde più a nessuno di noi, né tantomeno riflette più nessuno degli italiani.

Non essendoci alcun raccordo tra Governo ineletto e italiani, né più nessuna corrispondenza tra la volontà della maggioranza degli italiani con l’attuale Parlamento, qualcuno dica dove si pensa che possa andare il nostro Paese… va “a quel Paese”. Di chi è la responsabilità di una siffatta “illegittima” – e fallimentare, nel senso di essere destinata inevitabilmente al fallimento – situazione?

Sono tre le volte che, dal 2018 ad oggi, il presidente della Repubblica pro tempore ha “forzato” le nostre regole stabilite, bloccato il Paese e le legittime elezioni democratiche. Ma, bisogna chiedersi, come se ne esce? Finché non si vota, non se ne esce. E finché non avremo governi eletti e Parlamento in regola con i risultati dei referendum, finché uno solo bloccherà le elezioni e il normale svolgersi del legittimo sistema elettorale e della democrazia, rimarremo dove siamo: al peggio.

Senza possibilità di risalita, fino allo sprofondo. Eppure nella Costituzione è ben scritta e stabilita la regola fondamentale che ci salva: il voto.

Aggiornato il 22 luglio 2021 alle ore 13:04