Vaccini e Green pass: l’obbligo solo con legge

venerdì 30 luglio 2021


Sulla libertà e non obbligatorietà di qualsivoglia sistema di tracciamento di vaccinazione o meno in costanza di pandemia da Covid, mi permetto di introdurre qui la necessità della legge. C’è da dire, in premessa, che quando la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese arriva a di fatto proibire e sanzionare le legittime manifestazioni in favore della libertà contro un’eventuale obbligatorietà del vaccino anti-Covid sine lege, si è marcatamente varcato il confine della violazione delle regole a garanzia della libertà di tutti noi. Le nostre libertà sono cioè messe pericolosamente e illegittimamente in discussione. È il momento di fare attenzione, perché si vuole zittire i pensieri e le manifestazioni legittime di pensiero e volontà di una parte degli italiani.

La strumentalizzazione politica tra pro-vaccino e contra vaccino, è prontamente da stigmatizzare in quanto propria di chi intende rimestare nel torbido per fare passare, ancora una volta, un vincolo sanitariamente non certo e sicuro riguardo la sua efficacia e gli effetti. Brevemente segnalo qui che una persona che abbia eventualmente problemi fisici di vasodilatazione o di maggiore o minore coagulazione del sangue, o problemi al cuore anche a essa non noti, non potrà essere costretta – meno che mai legalmente – ad andare a letteralmente giocare alla roulette russa con il proprio corpo a causa del vaccino e che è certamente necessario controllare – prima di iniettare qualsivoglia sostanza – lo stato fisico e solo in caso di accertata capacità fisica iniettarne il siero. Come è noto, infatti, una volta inserito, il siero vaccinale, non è più “estraibile”, né in alcun modo “medicabile” tantomeno annullabile. Non si torna indietro cioè , detto in altre parole. Impossibile dunque che lo Stato possa imporre con legge una obbligatorietà di un farmaco o vaccino o altro a chi vi andrebbe a morire proprio con quel determinato inserimento nel corpo a rischio. Attenzione, quindi, alle parole e azioni di accusa di tipo fascista, proprie di chi vorrebbe imporre dando peraltro del fascista a chi la pensa diversamente da lui-lei.

E veniamo, dopo queste brevi considerazioni di tipo giornalistico divulgativo, alla questione fondamentale e rilevante di diritto, che altro non è che buon senso. Chiunque imponga qualcosa – sia esso financo il presidente della Repubblica, in assenza di regolare legge emanata dal Parlamento – travalica il nostro sistema ordinamentale collocandosi nella non rilevanza. Giuridicamente, detto in maniera più semplice e diretta, questi può dire quello che gli pare ma non ha alcun rilievo né rilevanza per nessuno di noi. Gli articoli della Costituzione sono chiari e si pongono a tutela e garanzia in maniera preminente e prevalente relativamente alla libertà di tutti noi, oltre farsi carico della nostra salute. Specificamente noi tutti siamo garantiti – dalla Costituzione nelle nostre libertà – tra cui rientra la sacrosanta libertà in capo a ciascuno di noi di scelta e possibilità di scelta riguardo la nostra salute e sanità fisica. Non è ammesso cioè, per intenderci, l’omicidio da parte dello Stato per imposizione di obbligo di legge contro nessuno di noi.

L’articolo 32 della Costituzione italiana recita infatti che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. La libertà di noi individui è dunque fondamentale e inviolabile. Sulla nostra libertà non si scherza, è totale, illimitata, sovrana. Solo in presenza di legge tuttavia, che nel caso specifico, ovvero a fronte di necessità, renda obbligatorio un determinato trattamento, essa – la legge – può derogare alla libertà, temporaneamente comprimendola. In tale caso, lo Stato garantisce o meglio è tenuto a garantire la totale sicurezza del rimedio imposto e votato dal Parlamento a maggioranza, vale a dire che al cento per cento non se ne muore o se ne è in qualche modo fisicamente o moralmente “scalfiti” da quello specifico trattamento imposto per legge, divenendone lo Stato direttamente responsabile qualsiasi cosa succeda prima durante e dopo l’attuazione e realizzazione dello stesso.

Si deve trattare cioè di un trattamento previsto obbligatoriamente con legge dello Stato. Oggi, in Italia, l’attuale presidente del Consiglio Mario Draghi ha allo stato perfezionato un Dpcm a favore della misura del cosiddetto Green pass, una sorta di lasciapassare che non ha natura di decreto legge emanato e deliberato dalle Camere – Camera dei deputati e Senato della Repubblica – condizione cioè della sua validità legale ed erga omnes. Pertanto non si è in presenza in Italia di una legge necessaria a stabilire l’obbligo.

Non è infatti possibile stabilire un obbligo di siffatta portata tramite Dpcm. E ciò vale lo stesso anche nel caso di decreto legge, privo di validità anch’esso come stabilito nella Costituzione. È necessaria cioè una legge dello Stato votata a maggioranza dal Parlamento italiano. Purtroppo, oltretutto, il Parlamento odierno ha un problema di irregolarità, esso infatti non ha attuato come stabilito costituzionalmente il risultato del referendum con cui la maggioranza degli italiani ha stabilito che sia composto di trecento unità, cioè di trecento parlamentari in meno. Di fatto, dunque, oggi, in Italia, a forza di forzature e irregolarità, di illegittimità commesse e poste in essere e mai corrette o sanate, aggiunta cioè irregolarità a irregolarità e impedito agli italiani di legittimamente votare, si è ingessata e bloccata, ostruita la nostra democrazia. In sostanza dunque, il nostro ordinamento prevede eventuali deroghe al valore fondante della – nostra – libertà solo in presenza della emanazione di una legge che sia stata approvata dalle due camere e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Per taluni, differentemente, forse ignari dello schema democratico proprio del nostro ordinamento statuale giuridico, in base al solo Dpcm del governo di Mario Draghi, vigerebbe un obbligo che di fatto non esiste con controlli e financo sanzioni, che non esistono perché non possono esistere secondo diritto. D’altra parte, un Dpcm che imponga un obbligo di vaccinazione così come di attestazione da Green pass si porrebbe in  palese violazione del dettato costituzionale – articoli 13 e 16 della Costituzione –. Lo Stato tutela la nostra salute. Significa che ci vuole fare rimanere vivi, non mandarci pericolosamente allo sbaraglio. Lo Stato tutela e garantisce la libertà e la salute di noi tutti nella sicurezza assoluta dei rimedi apprestati imposti con legge. Lo Stato ci tutela e fa il suo dovere se lo fa cioè nella sicurezza. Solo la legge dello Stato tutela la libertà e la salute, garantendo le relative necessarie e imprescindibili sicurezza, non lesività, e certezza.


di Francesca Romana Fantetti