Come sfruttare la pandemia per evitare il voto

Approfittando dei parlamentari che non vogliono staccarsi dalla redditizia poltrona parlamentare, bypassato e non consultato – non pervenuto – il Parlamento italiano sfrutta la pandemia. Lo stato di emergenza è la scusa, o meglio il tramite per avere campo libero senza gli italiani, a casa e privati dei loro diritti fondamentali. Da inizio pandemia (dal 2020 a oggi) si è a cinque decreti “d’emergenza” sparati a raffica ma che, in termini di diritto, non hanno alcun valore o rilievo giuridico. Un così lungo periodo di “emergenza” non è, infatti, solo teoricamente ammissibile e, soprattutto, giuridicamente non codificato né mai stabilito, costituzionalmente impossibile. È troppo lunga una emergenza di cinque anni.

La Costituzione italiana prevede i terremoti, le catastrofi e calamità naturali, in virtù dei quali può essere sospesa la normalità, per subito riaverla, ripristinata. Vale a dire che l’emergenza è prevista unicamente come termine breve di sospensione del normale stato, non può certo agire come termine definitivo di interruzione. Il trascorrere dei nostri ultimi cinque anni corrisponde alla totale interruzione. Lo stato di emergenza continuo e perenne non è ammesso, non è previsto. Esso non esiste nel diritto come nella realtà. In Italia, oggi, siamo a cinque anni di pretesa e falsa “emergenza” propinata agli italiani. La cui libertà è inviolabile, come stabilito dalla Costituzione italiana. Invece le nostre libertà oggi, da oltre cinque anni, sono violate eccome, in virtù di stati di emergenza perenni, non previsti, né stabiliti dalla nostra Costituzione. Questa è la realtà. Si può infatti derogare eventualmente a stati di emergenza effettivi – brevi – solo e unicamente con legge dello Stato. Leggi che non esistono, non ci sono, non sono state emanate.

Prima era il terrorismo, poi l’immigrazione, adesso la pandemia, domani chissà. Vai avanti senza voto elettorale degli italiani e negazione delle loro, nostre libertà fondamentali. C’è il Consiglio d’Europa – con la Risoluzione 2361 – che afferma e ripete la necessità che vaccini e quant’altro siano volontari e non obbligatori, rispettosi delle libertà dei cittadini europei, italiani. C’è il Parlamento ed il Consiglio europei che ripetono il sacrosanto diritto e necessità di non discriminare, in alcun modo, nessuno in ordine alle vaccinazioni o meno, nel rispetto della libertà di ciascun individuo e di tutti gli individui nelle comunità. Al contrario, in Italia si deroga alla Costituzione, al Parlamento e ai Consigli europei. Si deroga alle libertà di noi tutti. Si salvi chi può. Il rimedio è sempre lo stesso: andare a votare.

Aggiornato il 03 agosto 2021 alle ore 18:30