Tabacco tradizionale vs tabacco riscaldato: intervista a Paola Binetti

Negli ultimi anni il mercato del tabacco ha subito un notevole cambiamento a favore delle nuove categorie senza combustione, ovvero sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. Negli ultimi 10 anni, infatti il consumo delle tradizionali sigarette ha subito una contrazione del 3% su base annua: nel solo 2020 la contrazione dei volumi delle tradizionali sigarette da combustione è stato pari a - 6,1 per cento. Il prezzo delle sigarette da combustione è incrementato, nel corso dell’ultimo decennio, di oltre l’1% rispetto al tasso di inflazione, per effetto dell’incremento del carico fiscale. Ma il maggior carico fiscale sulle sigarette da combustione non si è, tuttavia, tradotto in un incremento del gettito erariale: nell’anno 2020 il gettito complessivo dal settore del tabacco si attesta a – Euro 100milioni rispetto al 2019.

La crescita esponenziale del tabacco riscaldato, che ha registrato una crescita di volumi del 118 per cento tra il 2018 e il 2019 e una crescita del 60 per cento fra il 2019 ed il 2020, ha palesemente accelerato il processo di drastica contrazione dei volumi delle tradizionali sigarette da combustione creando, tra l’altro, un notevole danno erariale.

Ma il problema è anche e soprattutto legato alla salute dei fumatori.

La senatrice Paola Binetti, già Segretario della Presidenza del Senato e membro della 12a Commissione permanente (Igiene e Sanità) ci parla della delicata situazione.

Da cosa nasce l’esigenza di presentare un emendamento per raggiungere un’equità fiscale tra i prodotti di tabacco tradizionali e quelli elettronici?

“Nasce dalla necessità, a venti anni di distanza, di procedere ad una revisione della legge Sirchia che operò una vera e propria rivoluzione tra i fumatori di tabacco. Al momento in cui venne approvata, scattò una sorta di tagliola che, proibendo di fumare in determinati ambienti, riorientò l’uso del tabacco inducendo molte persone a smettere di fumare. Con il tempo, le sigarette tradizionali sono state sempre più sostituite dal tabacco riscaldato che sembrava avere la possibilità di soddisfare il desiderio e bisogno dei fumatori cronici e, allo stesso tempo, di ridurre i rischi collegati al fumo. In questa premessa si innestò il fatto che i produttori di tabacco riscaldato potessero usufruire di alcune agevolazioni fiscali che servissero a rendere il prodotto fruibile ad un prezzo più basso del tabacco tradizionale.

I fatti nuovi sono che la società americana che si occupa della valutazione del rischio dice che non è vero che il tabacco riscaldato sia così innocuo, dato che contiene comunque nicotina. Il vantaggio che comporta non giustifica due fenomeni: primo, la evidente riduzione fiscale; secondo, il moltiplicarsi dell’uso e dei consumatori del tabacco riscaldato. Non solo non si riduce la platea di fumatori storici, ma si anticipa il momento in cui le persone iniziano a fumare e a mantenere la dipendenza dal gesto e dal sapore del tabacco (che può creare davvero una dipendenza importante).

Quindi la riduzione fiscale da un lato, paradossalmente, facilita l’aumento dei fumatori e dall’altro non riduce il danno. Per questo, a nostro avviso, è importate agire sulla normativa. Anche perché quando venne approvata la già citata legge Sirchia il tabacco riscaldato ancora non c’era.

Possiamo dire che le attuali normative, seppur fatte nella totale buonafede, stanno ottenendo l’effetto opposto perché non solo si sta creando un danno erariale ma, paradossalmente, si stanno anche incentivando i più giovani ad iniziare a fumare con l’informazione errata che il tabacco riscaldato sia meno nocivo rispetto a quello tradizionale?

Assolutamente sì, è vero. Proprio per questo motivo è fondamentale che la tassazione recuperi la sua dimensione più cospicua; addirittura noi chiediamo che il vantaggio ottenuto dalla ridotta tassazione possa andare a vantaggio di alcune situazioni particolari concrete. Per esempio nel decreto fiscale appena approvato, con un emendamento che purtroppo non è passato, avevamo chiesto di impegnare un importo per i moderni test diagnostici di tipo genomico che ci sono.

Qual è, secondo Lei, un aspetto da sottolineare sulla questione?

L’Italia è un Paese di grandi fumatori quindi per noi è fondamentale affrontare il tema della salute. Per altro quest’anno sul tema del tabacco riscaldato è intervenuta con un’azione di denuncia anche la Fondazione Veronesi chiedendone una maggiore regolamentazione.

 

 

 

 

Aggiornato il 08 dicembre 2021 alle ore 12:51