Covid, non darci oggi il bollettino quotidiano

Un report serale “che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero”. Meglio tardi che mai: Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, ieri ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus, è intervenuto e le sue parole hanno messo più di un dubbio sul metodo della conta di morti e contagiati Covid. Un sistema di conteggio quotidiano che potrebbe diventare di raccolta e diffusione settimanale. E il Comitato tecnico-scientifico potrebbe farci un pensiero.

Così parlò Bassetti

Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone – ha detto Bassetti – bisogna anche finirla col report serale, che non dice nulla e non serve a nulla se non mettere l’ansia alle persone, siamo rimasti gli unici a fare il report giornaliero. Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, sono ricoverati, stanno a casa. Da una parte sono numeri che ci fanno fare brutta figura col resto del mondo – ha continuato – perché sembra che vada tutto male e invece non è così, nella realtà altri Paesi che hanno molti più contagi di noi cercano di gestirli in maniera diversa. Se continuiamo così – ha terminato – finiremo con l’andare in lockdown di tipo psicologico e sociale. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà. La cosa importante sarebbe sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo”.

Bollettino settimanale? “Un’ottima idea”

L’epidemiologo Donato Greco, come riportato dal Corriere della Sera, ha notato: “Sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino, noi del Cts stiamo discutendo di parlarne con il Governo”. Una marcia, questa, smorzata dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri: “Nell’immediato e in attesa di raccogliere evidenze sull’opportunità di passare a un diverso meccanismo, ritengo utile la comunicazione puntuale e trasparente di tutti i dati, accompagnata da un’adeguata interpretazione che aiuti i cittadini a orientarsi meglio”.

“Una riflessione opportuna”

Andrea Costa, ospite di Adnkronos Live, non ha chiuso le porte a una revisione del bollettino: “Credo che sia opportuna una riflessione e una revisione. Dobbiamo anche lanciare dei messaggi rassicuranti ai cittadini che hanno aderito in maniera importante alla campagna vaccinale e hanno seguito in maniera rigida le regole. Dobbiamo soffermarci, invece, sul dato delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva che sono quei numeri che mettono in crisi gli ospedali. È opportuno arrivare a un bollettino anche con un approfondimento dei dati, dire con chiarezza quanti sono i positivi vaccinati, quanti i non vaccinati e quante dose hanno ricevuto. Così si fa operazione di trasparenza, penso che ci siano le condizioni per arrivare a due bollettini Covid a settimana”.

Aggiornato il 12 gennaio 2022 alle ore 13:25