Centrodestra, la “guerra infinita” tra Miccichè e Musumeci

Gianfranco Miccichè torna ad attaccare Nello Musumeci. Ma stavolta scoppia il caos nel centrodestra. In un’intervista (poi ritrattata) a La Stampa pubblicata ieri, il presidente dell’Ars definisce “fascista” il governatore. Anzi, per la precisione, “un fascista catanese”. Ovviamente, le parole del plenipotenziario berlusconiano nell’isola, hanno scatenato un nuovo terremoto nella coalizione. Dopo l’intesa raggiunta sul nome dell’ex rettore Roberto Lagalla come candidato a sindaco di Palermo, volano accuse pesantissime. Miccichè definisce “fascista” anche la leader di Fdi Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Dopodiché, tira in ballo pure Silvio Berlusconi. E sul leader leghista Matteo Salvini dice: “Improvvisamente mi piace, perché è debole. Ma ha perso baldanza. Anzi, devo ricordarmi di chiamarlo. Ha tolto la Lega dal simbolo, che errore”. Quanto a Musumeci, Miccichè non risparmia critiche. “Cinque anni fa – sostiene Miccichè – subimmo un’imposizione. Ma a condizione che non si ricandidasse. Musumeci odia partiti, Parlamento, stampa. Di lei si occuperanno ben altri palazzi, ha detto a un deputato dell’opposizione. D’altronde, è coerente: lui è pur sempre un fascista catanese. Palermo è troppo nobile e intellettuale per il fascismo”. Miccichè chiama in causa anche i centristi e Meloni: “Cuffaro e Lombardo – dice il presidente dell’Ars – sono pronti ad andare con il Pd, se c’è Musumeci. A difenderlo c’è la Meloni. Da fascista qual è, si è accodata a La Russa, fascista siciliano come Musumeci”.

Miccichè esclude che l’accordo sulle Comunali di Palermo possa rappresentare un lasciapassare per la candidatura di Musumeci alla presidenza della Regione Siciliana. “Berlusconi – sottolinea – mi ha detto: fai la mossa del cavallo e chiudi sul Comune sul loro candidato. Fatto, fregandocene della signora Meloni che ci vuole distruggere tutti. Ma Musumeci non passerà. Mai”. Dopo tanto clamore arriva la smentita dello stesso Miccichè. “Ho inviato stamattina – ha dichiarato – un messaggio al presidente Musumeci e alle altre personalità citate in questa intervista garantendo loro di non avere mai usato questi toni nei loro confronti, né fatto queste affermazioni. Il fatto che io non consideri Musumeci il miglior candidato è un conto, ma questi toni non mi appartengono e non mi sarei mai permesso di utilizzarli”.

Ma la polemica non è rientrata. Anzi, è arrivata una dura presa di posizione del forzista Gaetano Armao. “Il presidente dell’Ars – ha scritto su Facebook l’assessore all’Economia del governo Musumeci – è incompatibile con il ruolo che svolge. Quello che accade oggi determina un punto di non ritorno. Lo Statuto regionale è stato tradito e calpestato. È costituzionalmente inconcepibile che Miccichè si esprima con questa volgarità”. Francesco Scoma, deputato siciliano della Lega dice che è evidente che Miccichè manifesta la volontà di spaccare il centrodestra, partendo dalla Sicilia. “Il Parlamento siciliano – aggiunge – non può continuare a subire una tale mortificazione ed essere rappresentato da una figura così divisiva”. E si fanno sentire le anime di Forza Italia che sono da tempo contrarie alla linea politica del leader siciliano del partito, come l’assessore regionale Marco Falcone, secondo cui “Miccichè appare incattivito, in preda allo squilibrio politico, circostanze che lo rendono sempre meno idoneo ai ruoli che ricopre. Ma la cosa che maggiormente colpisce è il suo maldestro tentativo di mettere in cattiva luce il presidente Berlusconi che, invece, ha sempre dimostrato garbo e rispetto verso tutti”.

Ignazio La Russa prova a smorzare i toni e racconta di avere ricevuto una telefonata di scuse di Miccichè: “Sono certo – afferma il senatore di Fratelli d’Italia – che Gianfranco è stato travisato, infatti nessun esponente politico cosciente e non disturbato potrebbe sottoscrivere quel testo contrario ad ogni logica umana e politica. Ho detto a Micciché, che ringrazio per la telefonata, che se la smentita può risolvere il problema dei rapporti personali, l’articolo impone però un pronto chiarimento politico, reso necessario anche dall’improvvido coinvolgimento nell’articolo di Silvio Berlusconi, descritto arbitrariamente come consapevole e coinvolto in una strategia che non gli appartiene utile a danneggiare gli alleati”. La Russa sottolinea: “Berlusconi, a cui pure mi appello perché si distingua da affermazioni così gravi da minare irreparabilmente il centrodestra da lui fondato e consenta di ricompattare in Sicilia una coalizione che gli avversari vorrebbero scardinare proprio perché destinata a vincere con Lagalla a Palermo e con Musumeci in Regione. Non è più possibile rimanere in posizioni equivoche che servono solo a danneggiare il centrodestra”.

Intanto, Raffaele Lombardo invita invece Miccichè a non insultare più Musumeci. “Devo precisare – dice l’ex presidente della Regione – che non andrò con nessun partito ed auspico che il Mpa, che si trova nel perimetro del centrodestra, possa partecipare ad un ragionamento costruttivo sulla prospettiva. Anche perché non si rivivano le fasi convulse, comunque istruttive, che hanno preceduto la convergenza sulla candidatura del professore Lagalla a sindaco di Palermo”.

Aggiornato il 09 maggio 2022 alle ore 15:51