Primarie Pd e “regole assurde”: le bordate di Cuperlo

“Un partito sano non butta la gente fuori di casa”, bensì “apre le porte”. Non è una situazione tale da urlare “salvate il soldato Gianni Cuperlo”, ma sono altrettanto interessanti alcuni passaggi dell’intervista rilasciata a Repubblica dal deputato del Partito Democratico, il quale ribadisce “conoscevamo i favoriti e le regole assurde del congresso”. Però era importante esserci in una sfida che aveva già stabilito la corsa a due.

Fuori – come Paola De Micheli – dalla corsa ai gazebo di domenica (il flop potrebbe essere ancor più forte per il pericolo pioggia), dove uscirà fuori il prossimo segretario dem (uno tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein), Cuperlo fa un attimo il quadro della situazione. Oltre ad ammettere di non aver votato per se stesso al congresso dei circoli (“e non è neppure la prima volta”), va dritto al punto: “Ci siamo battuti a mani nude, scalando una montagna con le infradito, senza potentati alle spalle, senza presidenti di Regioni”.

Mettendo da parte il mare magnum che bagna la galassia Pd, Gianni Cuperlo sottolinea un aspetto: “Non ci siamo piegati alla logica del derby prevista dallo statuto e abbiamo provato a spostare il congresso sulle idee. Abbiamo, cioè, imboccato il sentiero di una autonomia culturale e a chi oggi si stupisce dico che è la conseguenza dell’aver respinto i reclutamenti, consapevoli che non è più tempo di slogan, rottamazioni o innovazioni senza un piedistallo culturale”.

Uscendo dalle righe, Cuperlo schiaccia il piede sull’acceleratore. E segnala che tutto il gruppo dirigente, “tranne Enrico Letta”, si è accasato “con l’una o l’altro candidato ritenuto favorito. Ma un congresso non può ridursi a una sfida maggioritaria, io mi sono battuto per evitarlo. Ecco perché ora bisogna rifondare l’impegno lontano da vecchi schemi, denunciare i signori delle tessere, restituire una quota di potere a chi negli anni è stato chiamato solo a ratificare decisioni assunte dall’alto. In tanti luoghi ho visto un Pd sano, ma altrove malato e respingente”.

Gianni Cuperlo, insomma, spera che la formula “ho vinto le primarie, adesso il partito è mio” venga sepolta per sempre”. Senza offesa, ma si sa: chi visse sperando…

Aggiornato il 23 febbraio 2023 alle ore 15:08